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]]>20 novembre 2014 – 30 giugno 2015
Galleria San Federico, Torino
inaugurazione giovedì 20 novembre ore 19.00
Dal 20 novembre a fine gennaio chi
attraverserà la centralissima Galleria San Federico a Torino avrà la
possibilità di immergersi nella sognante atmosfera creata dai riflessi luminosi
delle 10 bolle sospese nella volta della Galleria. Un’installazione luminosa di
rarefatta bellezza: ogni bolla avrà al suo interno un abito, un omaggio alla
sartorialità della moda torinese, creato da uno stilista emergente del
territorio.
Gli abiti, frutto di una ricerca creativa a tutto campo che parte dallo studio
dei materiali che vengono incastonati nella bolla e reagiscono alla luce
interna, si trasformano così in oggetti iconici, quasi dei caleidoscopi
luminosi che animeranno lo spazio circostante nel periodo pre e post Natalizio.
La serata dell’inaugurazione sarà animata dal concerto del cantautore Luigi Antinucci che presenterà il suo ultimo album Magica Torino e dalla performance Led/3 times che prevede una sfilata di abiti disegnati da Adriana Delfino e illuminati da particolari led su progetto dell’artista Andrea Massaioli.
La Galleria, così illuminata, tornerà al suo antico splendore vegliando sugli spazi sottostanti che verranno occupati da diversi temporary stores. In uno dei locali si insedierà ad esempio Franco Curletto, hairstylist L’Oréal Professionnel, con il suo TEMPORARYHAIR, pronto a dare consigli e ragguagli sui look più di tendenza a prezzi simbolici per devolvere poi parte dei proventi alla Fondazione FARO onlus. E così gli altri temporary stores dove di troveranno, oltre ai prodotti L’Oréal, la speciale collezione di bijoux Torino Reale creata appositamente da Elena Imberti, le creazioni di Alberto Lusona e quelle di Patrizia Cattana, il Salotto Sar.to uno spazio dedicato al connubio tra arte e moda che ospiterà i 9 stilisti e il progetto Le Dejeuner sur l’art curato da Marzia Capannolo, i gadget del Circolo dei lettori o le pregiate confetture dell’azienda agricola San Matteo; alla Faro saranno destinati parte dei ricavati oltre alle offerte spontanee dei visitatori.
Un’installazione aerea e luminosa, ma di
sapiente equilibrio, SAR.TO è costituita da 9 sfere in plexiglass di quasi due
metri di diametro ed ognuna di loro peserà circa 80 Kg. Il loro aspetto etereo
e leggero sarà dunque il risultato di una progettualità strutturale d’eccezione
che va a braccetto con il genio e la creatività degli stilisti a cui è stato
chiesto di allestire, con le loro creazioni, l’interno delle bolle.
Filomena Saltarelli, Antonino Salemi Garigliano, Silvia Beccaria, Antonio
Rizza, Fabrizio Picardi, Alberto Lusona, Rossana Dassetto per Atelier Daidone,
Born in Berlin e serenapolettoghella sono i giovani fashion designer
selezionati dal comitato scientifico dell’Associazione Golfart, che ha
progettato l’evento, costituito da Andrea Benedino Marzia Capannolo, Marisa
Coppiano, e Vittorio Falletti. Ad Adriana Delfino e Walter Dang è stata
affidata la curatela della sezione sartoriale del progetto mentre la direzione
artistica è a cura dell’architetto Marisa Coppiano.
Galleria San Federico a Torino tornerà a brillare dunque, le “bolle” veglieranno sul passaggio sottostante e sugli eventi che si susseguiranno per tutto il periodo e che riguarderanno anche il mondo dello sport con la presenza di numerosi esponenti dello sport italiano così i djset del mercoledì sera, offrendo al pubblico un motivo in più per trascorrere del tempo nel “salotto” della città, illuminato dalla creatività dei giovani fashion designer e dalla robusta tradizione della moda torinese.
Associazione Golfart Fondata da Pegi
Limone è un’associazione culturale senza scopo di lucro che opera nel settore
della promozione della cultura, dello sport e del turismo. In particolare
promuove la conoscenza dell’arte contemporanea, organizzando mostre e
iniziative anche in collaborazione con associazioni a livello nazionale e
internazionale. Ha organizzato e curato la mostra retrospettiva di David Ruff
nelle sale Bolaffi a Torino nel 2008, la mostra antologica di Jessica Carroll
nella Cripta della Chiesa di San Michele Arcangelo a Torino nel 2010, la mostra
” Fonderie Limone – Novant’anni tra industria ed arte – Una storia
dell’imprenditoria piemontese” alle Fonderie Teatrali Limone a Moncalieri
e la manifestazione ” Modissima” a Torino nel 2012, con il Consolato
del Vietnam a Torino “4650 VIETNAM – ARTE – GUSTO -FASHION – IMPRESA”
per celebrare il 40° anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche
Italia-Vietnam, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e Sotto
gli auspici dell’Ambasciata R.S. Viet- Nam e la seconda edizione di
“Modissima e Modissima feat contemporay Turkey ” nei saloni di
Unimanagement a Torino e a Palazzo Natta – Vitta a Casale Monferrato nel 2013.
La fondazione FARO onlus Fondata trent’anni fa grazie ad alcuni medici oncologi
dell’ospedale San Giovanni di Torino con l’obiettivo di “Portare
l’ospedale a casa del malato” intraprende da subito il percorso delle cure
palliative, nate molti anni prima nei paesi anglosassoni, ma quasi sconosciute
in Italia.Il primo servizio di assistenza domiciliare che in trent’anni di vita
ha seguito oltre 20.000 ammalati aprendosi gradatamente ad altre patologie e
rivolgendo sempre maggiore attenzione alle famiglie che sono la seconda vittima
di queste gravi malattie. Per loro è nato il progetto Protezione Famiglia
rivolto soprattutto ai nuclei fragili e ai bambini che si trovano ad affrontare
la malattia di un genitore. Per i pazienti che per svariati motivi non possono
essere assistiti a domicilio sono nati gli hospice FARO presso l’Ospedale di
San Vito: strutture luminose, dotate di ogni conforto, sempre aperte ai
famigliari, bambini compresi, dove l’umanità e la professionalità degli
operatori si accompagna alla calda disponibilità dei volontari.
SOSTEGNI
CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE
REGIONE PIEMONTE
CAMERA DI COMMERCIO DI TORINO
PATROCINI
PROVINCIA DI TORINO
CITTÀ DI TORINO
CNA
MAIN SPONSOR
GRUPPO UNIPOL
L’ORÉAL SPA
FRANCO CURLETTO SRL
AUDI
PARTNER
IREN
CIRCOLO DEI LETTORI
ROSSORUBINO
ARCOBIO
AZIENDA AGRICOLA SAN MATTEO
FERRERO1947
MANIFACTURE DI ELENA IMBERTI
OVERTAKE STUDIO
CALZOLAIO CARLO ALBERTO
PATRIZIA CATTANA
ALBERTO LUSONA
IN COLLABORAZIONE CON
FONDAZIONE FARO ONLUS
MEDIA PARTNER
SKART
SAR.TO
La moda illumina Torino
20 novembre 2014 – 31 gennaio 2015
Galleria San Federico, Torino
Inaugurazione 20 novembre ore 19.00 – Attività tutti i giorni dalle ore 15
alle ore 20. Sabati domeniche e festivi di dicembre dalle ore 11 alle ore 20.
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]]>Galleria San Federico a Torino sembra essere diventata un set
fotografico da quando il 21 novembre 2014 sono apparse le bolle di SAR.TO La
moda illumina Torino. Ogni giorno fotoamatori, professionisti e turisti
fotografano le 10 bolle sospese nella volta che contengono gli abiti dei
giovani talenti torinesi e che rimarranno in Galleria sino al 30 giugno.
Si è dunque deciso indire un contest fotografico
al quale tutti possono partecipare: basterà recarsi in Galleria San Federico e
ritrarre l’allestimento nella volta per poi inviare le proprie immagini (non
più di 3 a persona) entro il 15 marzo alle ore 13 all’indirizzo mail [email protected].
Le immagini saranno selezionate da un comitato
formato da Beppe Calopresti, Marisa Coppiano, Silvana Lunardi e Andrea
Benedini. Ai primi tre classificati andranno in dono prodotti dell’azienda
agricola San Matteo, Rossorubino, il Calzolaio Carlo Alberto, Overtake, Elena
Imberti e UNODI100, durante una cerimonia che si terrà l’ultima settimana di
apertura dei temporary stores che chiuderanno il 31 marzo 2015 .
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]]>8 novembre 2014 – 24 gennaio 2015
La Galleria Franco Noero presenta From
“La Voie Humide”, per la prima volta in Italia una personale
dell’artista brasiliano in Italia, che il 5 novembre sarà presente
all’inaugurazione.
Tunga (Palmares, Brasile, 1952) è il più noto artista visivo contemporaneo
brasiliano; il suo lavoro è stato oggetto di esposizioni personali presso
Istituzioni pubbliche quali il Jeu de Paume (2001), il Louvre (2005), il Museu
Serralves (2006), il MoMA PS1 (2007), il Museum of Fine Arts di Houston (2009).
Ha inoltre partecipato a numerose rassegne quali Documenta X (1997), XXIV
Bienal de Sao Paulo (1998), Biennale di Gwangju (2000), 3rd Moscow Biennale
(2009) e a collettive in Istituzioni quali il Museo Reina Sofia (2000), il
Guggenheim Museum di New York (2002), il Moderna Museet di Stoccolma (2003), il
Miami Art Museum (2009), il Museu de Arte Moderna di Rio de Janeiro (2010),
l’Astrup Fearnley Museet di Oslo (2013), la Schirn Kunsthalle di Francoforte
(2013) e il Palais de Tokyo (2014).
Forme organiche e riferimenti a parti del corpo sono elementi ricorrenti tanto
nelle sculture quanto nei disegni esposti negli spazi della galleria. Nei nuovi
lavori tridimensionali, appositamente concepiti per l’occasione, la compresenza
di materiali di varia natura – ferro, quarzo, ceramica, resina, fossili di
legno, bronzo, gomma, gesso, cuoio, perle – crea un dialogo tra le qualità
intrinseche degli stessi, tra morbidezza e rigidità, vuoti e pieni, invadendo
lo spazio di suggestioni narrative che rimandano al concetto di trasformazione,
al divenire. I materiali e le forme che essi assumono – astratte o tradotte in
oggetti più riconoscibili – portano con sé una forte valenza simbolica,
generando equilibri delicati e sorprendenti tra i vari elementi.
I dieci disegni, realizzati tracciando un’unica linea continua su sottilissimi
fogli di carta himalayana, attingono al vocabolario surrealista legato al corpo
e all’automatismo psichico e possono essere considerati come uno spartito
musicale che guida le sculture. Ne risulta che le opere in mostra sono
armoniosamente legate tra loro in una sorta di continuum spazio-temporale che
le rende parte di una “congregazione”, per usare le parole
dell’artista.
Il corpus dei lavori riflette l’interesse dell’artista per la psicoanalisi – in particolare per la fase che nell’infanzia precede l’identificazione con il proprio corpo allo specchio – e mostra i segni di una personale reinterpretazione delle scienze esoteriche, in particolare dell’alchimia. La “Via Umida” menzionata nel titolo è infatti un riferimento alla possibilità di trasformare la materia attraverso l’uso dei sensi e di materiali fluidi o organici, in contrapposizione alla “Via Secca”, ovvero la via dell’intelletto, da cui risultano discipline quali la Scienza e la Filosofia.
Tunga From “La voie humide”
5 novembre – 24 gennaio 2015
Galleria Franco Noero
Via Mottalciata 10b, Torino
da giovedì 5 novembre a domenica 9 a partire dalle por e 9.30 con la prima colazione sino alle ore 19
Sabato 8 novembre in occasione della Notte delle Arti Contemporanee apertura sino alle ore 24
da lunedì 10: lun e sab 15 -19 / mart-ven 11 – 13 e 15 – 19
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]]>SAR.TO
Galleria San Federico
28 febbraio – 31 marzo 2015
Inaugurazione sabato 28 febbraio ore 17.30
Sabato 28 febbraio inaugura CON I MIEI OCCHI, mostra fotografica di Isabella Greggio all’interno delle attività di SAR.to in Galleria San Federico a Torino.
Isabella Greggio compie gli studi di fotografia e cinematografia a Torino negli anni novanta; in seguito esplora la fotografia pubblicitaria e di moda dell’ambito torinese, in quegli anni fucina di talenti e animata da grande entusiasmo.
Appassionata di bianco e nero si dedica anche all’arte della stampa artistica;, ma nel frattempo si accorge che il continuo sforzo visivo le fa perdere progressivamente la vista e i medici le diagnosticano una malattia incurabile alla cornea.
Isabella si trova così di fronte ad una scelta radicale: interrompere immediatamente la professione o subire un trapianto entro due anni e sceglie la salute, cambiando drasticamente stile di vita.
Ma la fotografia è un’arte che sceglie e non si fa scegliere e la passione per l’immagine e il gusto del bello non l’abbandona ; si mette a girare il mondo con la macchina fotografica scegliendo mete poco battute per cercare di catturare immagini autentiche.
L’avvento delle nuove tecnologie applicate alle macchine fotografiche le consente oggi di proseguire il suo lavoro.
Quelli esposti sono scatti che immortalano attimi, atmosfere, persone che, per qualche istante, sono entrate nei suoi occhi rendendo senza tempo il suo modo di vedere il mondo.
CON I MIEI OCCHI
dal 28 febbraio al 31 marzo 2015
Galleria San Federico
dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00
domenica 15.00 – 19.00 – lunedì chiuso
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]]>L'articolo JUST ANOTHER proviene da emanuelabernascone.com.
]]>La mostra collettiva che inaugura il 19
febbraio presso la Luce Gallery è nata quasi per “assonanza” intorno
ad una canzone di Pete Yorn: JUST ANOTHER. Perché la musica spesso s’intreccia
con altre discipline artistiche, in uno scambio reciproco tra immagini ed onde
sonore. Quando vediamo un film accompagnato da una particolare colonna sonora
la nostra percezione del momento si moltiplica grazie ad immagini e musica:
l’udito e la vista si collegano e il sentimento si rafforza.
I dipinti in mostra sembrano contenere quel sound che richiama i nostri momenti
più semplici ma anche più intimi, i momenti in cui lo spazio e il tempo
sembrano fermarsi. Certe situazioni hanno una particolare atmosfera e si
relazionano in modo naturale con la musica. E così JUST ANOTHER, la colonna
sonora di questa mostra, s’ispira al trascorrere della vita, ma anche al voltar
pagina o semplicemente passare ad un altro show.
Pete Yorn ci ricorda che ogni momento può essere speciale, in ogni luogo: è
l’ordinario che si trasforma in straordinario, come nell’alchimia degli artisti
in mostra.
“Silence in my opinion is a place where sound can start” commenta
JPW3; nel silenzio della galleria i dipinti ci permettono di sintonizzarci col
brano di Pete Yorn, che ci porta all’infinito, ai grandi paesaggi, al mare, al
deserto. Così come i lavori esposti che ci suggeriscono l’idea di sound e di
pensiero in movimento.
Ciascuno dei cinque artisti in mostra possiede una sua musicalità che lo
accomuna allo spirito di JUST ANOTHER, richiamando alla riflessione e
all’intimismo. A saperli ascoltare i dipinti possiedono un determinato ritmo,
che può essere dettato dalla cadenza sincopata così come da una stesura morbida
nell’amalgama di un paesaggio, come nel caso di Leif Ritchey. In mostra una
strada che porta nei luoghi del destino ed è simbolo del viaggio di una vita
come in Ethan Greenbaum o Davide Balliano, oppure i deserti di Dustin Pevey con
il loro sapore di aridità, ma che si aprono all’infinito.
Abbandonandosi alla colonna sonora i visitatori possono quindi percorrere un
pezzo di strada insieme agli artisti esposti. Ognuno il proprio tratto e non è
necessario andare lontano perché in fondo non è la meta che conta, ma il
percorso.
JUST ANOTHER
Dal 19 febbraio al 17 marzo 2015
Inaugurazione 19 febbraio 2015 ore18.30
Luce Gallery
Corso San Maurizio 25, Torino
dal martedì al sabato 15.30 – 19.30
www.lucegallery.com
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]]>L'articolo PABRLO BRONSTEIN. WE LIVE IN MANNERIST TIMES proviene da emanuelabernascone.com.
]]>La Galleria Franco Noero è lieta di
presentare We live in Mannerist times, quarta personale di Pablo Bronstein con
la galleria e prima mostra dell’artista negli spazi di via Mottalciata.
L’artista, sviluppando ulteriormente il suo interesse per le teorie e il
disegno architettonico, ha preso spunto questa volta dalle macchine da lavoro
utilizzate a partire dalla Rivoluzione industriale: le pareti della galleria si
presentano infatti rivestite quasi nella loro totalità da una serie di disegni
di proporzioni monumentali realizzati al computer -strumento e simbolo della
modernità e del procedere della tecnologia- in analogia con le macchine che lo
hanno preceduto. ‘The Age of Steel’ è il titolo dei lavori, che si susseguono
sulle pareti come un’architettura a due dimensioni, come una sorta di atlante o
Museo ideale dedicato alla meccanica, prendendo spunto da illustrazioni del
periodo tra fine ‘700 e inizio ‘800, adeguandole alle qualità concettuali ed
estetiche che l’artista vuole esprimere. Il tratto utilizzato è fatto di linee
semplici e pulite, nero su fondo bianco, e guarda allo stile dell’architettura
Neoclassica e, tra gli altri, a maestri quali Soane, Schinkel e Percier. Una
cornice architettonica composta da travi e colonne di ghisa rimanda a quelle
della stazione londinese di Liverpool Street e lega le immagini in sequenza
delle macchine e dei loro particolari, spesso ispirate alla tecnologia più
avanzata dell’epoca, i motori alimentati a vapore.
In alcuni precisi punti della galleria il disegno seriale e ipoteticamente intercambiabile degli ingranaggi e delle sezioni delle macchine si interrompe, e sul fondo bianco delle pareti compare una serie di nuovi disegni realizzati a mano dall’artista con inchiostro su carta da acquerello, racchiusi in cornici dorate che alludono, come spesso capita nel lavoro di Bronstein, ad un’estensione architettonica del disegno, ad una terza dimensione. Si tratta di raffigurazioni architettoniche ipotetiche, ispirate alle fabbriche inglesi che producevano ceramiche nel periodo compreso tra il Settecento e l’inizio dell’Ottocento (Wedgwood, Minton, Derby, Coalport, Worcester, Chelsea e Bow). Tramite i suoi nuovi lavori Bronstein può rileggere ed attualizzare alcune delle novità espresse dalla rivoluzione industriale, da un lato il salto dimensionale architettonico e dei mezzi meccanici delle fabbriche che certamente assumevano un carattere quasi monumentale, simbolo di ottimismo e fiducia verso il futuro; dall’altro sottolinea come esse siano servite a colmare la domanda di specifici beni di lusso, che da artigianali divenivano seriali, come ad esempio le ceramiche realizzate ad imitazione dello stile dei vasi importati dalla Cina. L’artista riflette sul potenziale decorativo della tecnologia e su come il progresso scientifico sia non di rado al servizio dell’estetica.
In modo simile a quanto accaduto per le serie di disegni realizzati al computer per il Metropolitan Museum e per la Deutsche Bank, Bronstein si confronta con la storia – in questo caso industriale – dell’edificio attualmente occupato dalla galleria; il riferimento al Manierismo nel titolo della mostra e la rappresentazione di macchine industriali utilizzate come ‘decorazione da parete’ alludono infatti all’utilizzo odierno del fabbricato e in generale alla riconversione architettonica e funzionale operata dalle ‘industrie’ creative nell’epoca postindustriale.
Pablo Bronstein (Buenos Aires, Argentina, 1977) vive e lavora a Londra. Il suo lavoro è stato oggetto di esposizioni personali presso Istituzioni pubbliche quali il Metropolitan Museum of Art di New York (2009), la Kunsthal Charlottenborg di Copenaghen (2011), l’ICA di Londra (2011), il Centre d’Art Contemporain di Ginevra (2013) e il REDCAT di Los Angeles (2014). Ha inoltre partecipato a numerose rassegne quali Tate Triennale (2006), Prague Biennale (2007), Performa 07 (2007), Manifesta 8 (2010), Le Mouvement (2014), Folkestone Triennial (2014) e a collettive in Istituzioni quali Cubitt (2004), Tate Liverpool (2005), Tate Modern (2009), Contemporary Art Gallery di Vancouver (2010), Le Plateau (2010), Migros Museum di Zurigo (2011), Galleria d’Arte Moderna di Torino (2013) e il de Appel di Amsterdam (2014).
Galleria Franco Noero – Via Mottalciata 10b, Torino
Inaugurazione Giovedì 5 febbraio 2015 ore 18.00
orari: lunedì 15 – 19; dal martedì al venerdì 11 – 19; sabato 15 – 19
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]]>L'articolo SENZA PERDERE IL FILO proviene da emanuelabernascone.com.
]]>inaugurazione 29 gennaio 2015 ore 18.30
Internocortile –
via villa glori 6 -torino
Internocortile ospita dal 29 gennaio al 18 febbraio 2015 Senza perdere il filo: la prima mostra personale a Torino di Silvia Beccaria, artista tessile esponente della Fiber art, sofisticata e artigianale espressione artistica nata negli anni ’50 nell’ambito dell’espressionismo americano.
Come una Penelope contemporanea, Silvia Beccaria tesse arazzi, abiti scultura e gioielli contemporanei utilizzando, con rigorosa e straordinaria tecnica, materiali tradizionali come lana, lino e stoffa, ma anche prodotti industriali e non riciclati, come pvc, gomma, plastica, lattice e poliuretano. In mostra circa 15 opere tra cui le più recenti, frutto di una ricerca intorno al tema della fluorescenza marina.
A partire dalla profonda conoscenza dell’antica arte tessile, Silvia crea le sue opere filo dopo filo con ardita sperimentazione dei materiali, scelti per le loro caratteristiche di consistenza, elasticità, trasparenza e colore; materie prime imprigionate dall’ordito, e al tempo stesso, lasciate libere di muoversi così da creare un effetto di tridimensionalità che ne costituisce il fascino.
Riassume bene Silvia Tardy di Internocortile il lavoro di quest’artista contemporanea e antica al tempo stesso:” La capacità di sciogliere nodi per liberare fili e con questi tessere nuove trame è la metafora della capacità dell’uomo di abbandonare schemi precostituiti o comunque non riconosciuti come propri e di riconoscere il proprio capo del filo per darsi un’identità propria e costruirsi un percorso. È questo che si vede nelle opere di Silvia: la bellezza di trame e percorsi che in un’apparente semplicità nascondono il difficile passaggio da grovigli a lievi e nuove forme perfette.
Silvia Beccaria, nata a Torino nel 1965, dopo la Laurea in Filosofia e un Master in Arte Terapia presso l’Università di Torino, ha iniziato un percorso di studio come Progettista Tessile, specializzandosi in Fiber Art sotto la guida dell’artista Martha Nieuwenhuijs. Dal 1993 al 2000 ha elaborato progetti didattici utilizzando l’arte tessile come strumento di riabilitazione ed educazione collaborando come consulente all’interno di strutture per disabili psichici, detenuti, minori a rischio e portatori di handicap. Per alcuni anni ,dal 2002 al 2007, ha curato la progettazione di alcune attività legate all’arte tessile per il Museo di Arte Contemporanea – Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli. Le opere di Silvia partecipano a numerose mostre d’arte e design in Italia ed all’estero. Alcune sue opere sono presenti in collezioni permanenti di Fiber Art.
SENZA
PERDERE IL FILO
di Silvia
Beccaria
Inaugurazione 29
gennaio ore 18.30
Orari: 11-13 e
15.30-19 da martedì a sabato.
Internocortile
Via Villa Glori
6, (zona piazza Zara) 10133 Torino
011 66 18 841
[email protected]
www.internocortile.it
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]]>L'articolo VERSO. CURTIS MANN proviene da emanuelabernascone.com.
]]>15 gennaio – 14 febbraio 2015
Luce Gallery, Torino
Il 15 gennaio Curtis Mann inaugura
VERSO, sua terza monografica presso Luce Gallery, confermando il proprio grande
interesse per la fisicità della fotografia; Mann infatti fa un uso della
fotografia assimilabile alla materia utilizzata nella scultura e, nel corso
degli anni, si è spinto verso i limiti fisici della fotografia stessa.
La mostra, site specific, sarà composta da immagini scattate negli spazi della
galleria torinese, particolari di oggetti o persone, successivamente stampate e
su cui l’artista è intervenuto con tagli, pieghe e fessure attraverso i quali
si intravede ancora, sfocato, l’oggetto primario della fotografia.
La visione di questi strati successivi di realtà, sovrapposti gli uni agli
altri, dipende unicamente dall’osservatore, dal suo punto di vista, dall’angolo
in cui si posiziona, aprendo così l’opera a molteplici interpretazioni e
letture e restituendoci la complessità dell’esperienza visiva e non solo. Il
visitatore si trova infatti circondato da immagini che riproducono lo spazio
nel quale si trova, ma talmente modificato da produrre un particolare effetto
di straniamento. La galleria diventa così uno spazio di condivisione, un luogo
dove le opere stimolano la riflessione e la visione, ma anche un territorio
dove ognuno può specchiarsi e, una volta superata la confusione, ritrovarsi.
Curtis Mann ama utilizzare la parola
confusion quando descrive il suo lavoro e, in effetti. spesso si va incontro ad
un effetto destabilizzante di spostamento dei confini di fronte alla sua opera,
principalmente confusione tra fotografia e scultura. Nei primi lavori Mann
interveniva su immagini trovate in rete, che modificava tramite photoshop o con
interventi meccanici; oggi, e in particolare in questa mostra torinese,
l’artista fa un passaggio successivo ritraendo egli stesso il mondo che lo
circonda sul quale poi interviene con tagli e increspature, aprendo così una
finestra – o molteplici – sulla realtà ritratta che, a seconda del punto di
vista dell’osservatore, si trasforma. Un simbolismo abbastanza evidente
costruito con la leggerezza e la giocosità che contraddistingue quest’artista
nato nel 1979 in Ohio, insegnante di Fotografia alla Columbia University, per
il quale il proprio lavoro è un eterno work in progress, che viene trasportato
dalla propria curiosità sempre un po’ più in là e che, per questo, non si
ripete mai.
Con VERSO, la mostra site specific presso Luce Gallery, per la prima volta Mann
costruisce un gioco di scatole e variazioni sul tema dello spazio che lo
contiene, un esperimento visivo e sensoriale che non lascerà sicuramente il
pubblico indifferente.
VERSO
Curtis Mann
Dal 15 gennaio al 14 febbraio 2015
Inaugurazione 15 gennaio 2015 ore18
Luce Gallery
Corso San Maurizio 25, Torino
www.lucegallery.com
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