2017 Archivi - emanuelabernascone.com https://emanuelabernascone.com/category/eventi/2017/ l'arte di comunicare l'arte Sat, 09 Mar 2019 10:55:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8.10 KATHERINE BRADFORD https://emanuelabernascone.com/katherine-bradford/ Fri, 01 Jun 2018 14:19:45 +0000 https://emanuelabernascone.com/?p=16295 KATHERINE BRADFORD Galleria Monica De Cardenas Milano La Galleria Monica De Cardenas inaugura a Milano la prima mostra

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KATHERINE BRADFORD

Galleria Monica De Cardenas Milano

La Galleria Monica De Cardenas inaugura a Milano la prima mostra italiana di Katherine Bradford, giovedì 8 giugno alle ore 18.30

I dipinti recenti di Bradford, che rappresentano figure umane nell’acqua, sono al tempo stesso giocosi e profondi. Dipingere e nuotare hanno in comune l’immersione e una certa perdita di controllo, che è insieme selvaggia e strutturata. Il corpo nell’acqua ci mette in relazione con questo elemento fluido, profondo e insondabile.

I nuotatori di Bradford non sono illuminati da una fonte di luce esterna, ma sembrano emanare luminosità, mentre il paesaggio appare lattiginoso e onirico. Ciò proviene dal suo modo di dipingere: la pittrice infonde luce e vita alle sue tele. L’artista trascorre mesi e talvolta anni a realizzare le superfici dei suoi dipinti, che cambiano lentamente attraverso la stesura di vari strati di pittura acrilica. Quest’attività graduale crea nelle sue tele un senso di oscillazione e fluttuazione; l’atto di spostare una figura un po’ più a destra o a sinistra diviene sia la storia, che la superficie del dipinto finale.

Bradford parla spesso dell’umorismo nelle sue opere. In passato i suoi contenuti andavano più chiaramente in quella direzione: UFO, Superman, pugili magri con guantoni sollevati e transatlantici solitari ne erano i protagonisti e venivano usati per creare un’autoironica enciclopedia pop. I dipinti recenti contengono pathos e humor in uguale misura. Sono sempre più coinvolgenti perché, anche se l’artista rappresenta situazioni specifiche, sfiora continuamente grandi temi, quali paura, meraviglia, vulnerabilità, arroganza e gioia. Ambienta le sue opere in scenari ampi, quasi planetari; le figure si muovono lungo la superficie della terra, tra il mondo sommerso e lo spazio infinito. I dipinti suggeriscono un coinvolgimento fatto di incanto e beatitudine, ma anche di smarrimento e transitorietà, emanando una luce che sembra ultraterrena. È facile immaginare l’artista al lavoro, che lentamente dipinge e cancella, trovando piacere e creando mondi nuovi mentre attinge dalla memoria e dalle sensazioni, raggiungendo il pieno equilibrio e controllo della sua poetica.

Katherine Bradford è nata nel 1942 a New York, vive e lavora a Brooklyn, New York e Brunswick, Maine. Le sue opere sono state esposte al P.S.1, al Brooklyn Museum e in numerose gallerie a New York e all’estero. Nel 2011 Bradford è stata premiata con una borsa di studio del Guggenheim e nel 2012 con il Joan Mitchell Grant. Ha insegnato a Skowhegan nel 2009 e per molti anni ha insegnato al MFA dell’Accademia di Belle Arti a Philadelphia. Le sue opere sono nelle collezioni del Metropolitan Museum of Art, del Brooklyn Museum e del Portland Museum of Art.

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ROBERT MAPPLETHORPE https://emanuelabernascone.com/robert-mapplethorpe/ Mon, 02 Oct 2017 14:26:37 +0000 https://emanuelabernascone.com/?p=16312 ROBERT MAPPLETHORPE 2 novembre 2016 – 18 marzo 2017 La Galleria Franco Noero dato il grandissimo interesse

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ROBERT MAPPLETHORPE

2 novembre 2016 – 18 marzo 2017

La Galleria Franco Noero dato il grandissimo interesse riscosso tra il pubblico che non accenna a diminuire ha deciso di prolungare la mostra di Robert Mapplethorpe, realizzata per la prima volta nello spazio di Piazza Carignano 2, in collaborazione con The Robert Mapplethorpe Foundation.

Robert Mapplethorpe, straordinario e controverso esponente dell’avanguardia americana, è ancora oggi simbolo anticonformista di una contemporaneità senza tempo, avendo saputo impersonare un senso estremo di libertà che si esprime costantemente nell’intreccio tra la sua pratica artistica, gli aspetti privati e intimi della sua vita personale, i suoi compagni di strada, le celebrità e il pubblico. Ci si imbatte sempre in qualcosa di nuovo osservando le ricchissime prospettive che l’artista ci ha lasciato attraverso il suo corpus di lavori, consentendoci di trovare interpretazioni inedite a dispetto dello scorrere del tempo e dei cambiamenti nel gusto. Una straordinaria grazia si rivela in aspetti della vita che possono essere svelati solamente superando i confini, senza mai diventare artefatti o troppo compiacenti, giocando con il piacere e con il non convenzionale, mettendo in luce l’apparenza delle cose e non tenendo mai nascosto il loro lato oscuro.

La selezione di fotografie in mostra è una sequenza di associazioni, somiglianze e contrasti declinati nelle composizioni e nei generi cari all’artista: ritratto, natura morta, nudi maschili e femminili, parti del corpo e sensualità. Si tratta di un viaggio che spazia dalla freschezza adamantina dell’occhio giovanile dell’artista negli Settanta, caratterizzati da una insaziabile curiosità nutrita dalla fame di scoperta, ai momenti più stratificati e sofisticati degli anni Ottanta, venati di sottile edonismo e sapiente raffinatezza. Nei suoi scatti si rivela costantemente una profonda passione per la scultura classica in dialogo con una acuta conoscenza della stessa: la precisione formale e stilistica è il terreno su cui Mapplethorpe dimostra la sua abilità di cogliere l’inaspettato e creare un senso di misterioso stupore, nel contrasto mozzafiato tra luce e ombra.

Le caratteristiche architettoniche degli spazi della Galleria, situata all’interno di un edificio di fine Settecento con una fuga di stanze classicamente decorate, e la vista che si gode dall’interno della straordinaria architettura di Piazza Carignano, hanno ispirato un dialogo con i temi scelti e il susseguirsi delle immagini all’interno della fuga di ambienti. Una scelta di ritratti accoglie il visitatore: i diversi personaggi sono stati fotografati seduti, sembra quasi che queste persone si siano accomodate e abbiano vissuto nei medesimi ambienti, o altrimenti potrebbero essere attori su una scena. L’interesse di Mapplethorpe per la cultura artistica europea e per l’Italia si rivela invece tramite una scelta di fotografie che hanno come soggetto l’architettura e la scultura classica, e anche tramite le pose che ha chiesto di assumere ai soggetti ritratti. Le fotografie di fiori fanno da punteggiatura per ogni singola stanza, mentre grandi sequenze di immagini sono dedicate a due tra i modelli preferiti dall’artista, Milton Moore e Dennis Speight, riunite in un crescendo che mostra momenti di intensa inspirazione. La stanza principale, decorata da grandi specchiere, è dominata dall’autoritratto dell’artista che brandisce un coltello e che diventa la protesi acuminata del suo braccio, come se tramite esso fosse alla costante ricerca di un qualcosa, in una posa che unisce la curiosità alla minaccia. L’immagine dell’artista riverbera all’interno dell’intera stanza, riflessa nello specchio e appesa su uno dei pannelli di legno colorato espressamente disegnati per l’occasione da Martino Gamper, ispirati ai colori scelti da Mapplethorpe per quella ristretta serie di lavori per cui ha disegnato personalmente cornici e passe-partout.

Ogni momento catturato dall’artista rivela un senso magico del peso e del movimento, nell’esibizione di posture forzate e corpi tesi che imitano la solitudine delle nature morte. Il desiderio evidente di Mapplethorpe di trattare esseri umani e oggetti inanimati con la medesima intenzione, rivelando una verità interiore attraverso la sensazionale percezione della sua visione, la macchina fotografica, conduce a una magistrale modulazione di severi toni bianchi e neri che si fondono in un campo di lievi ombre di grigio in continuo mutamento.

Robert Mapplethorpe (New York 1946 –Boston, MA 1989), ha studiato disegno, pittura e scultura al Pratt Institute di Brooklyn, per poi iniziare una carriera come artista e fotografo che lo ha portato ad esporre il suo lavoro in una innumerevole serie di mostre personali nelle Istituzioni di tutto il mondo, a partire dalla prima grande retrospettiva dedicatagli dal Whitney Museum of American Art di New York nel 1988, un anno prima della sua morte. Nello stesso anno Mapplethorpe ha dato vita alla Fondazione che porta il suo nome, dedicata a promuovere la fotografia, dare supporto ai Musei che la espongono, e a raccogliere fondi per la ricerca medica contro l’AIDS e contro le malattie ad esso correlate. Il lavoro dell’artista è presente nelle collezioni dei maggiori Musei internazionali e la sua importanza storica e sociale continua ad essere oggetto di rilevanti mostre personali nel mondo. Due prestigiose retrospettive gli sono attualmente dedicate al The J. Paul Getty Museum e al LACMA, entrambe a Los Angeles.

ROBERT MAPPLETHORPE
2 novembre 2016 – 18 marzo 2017
Galleria Franco Noero
Piazza Carignano 2, Torino
orari: dal martedì al sabato 12 – 20
www.franconoero.com

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FLASHBACK V https://emanuelabernascone.com/flashback-v/ Mon, 02 Oct 2017 14:00:05 +0000 https://emanuelabernascone.com/?p=16269 FLASHBACK 2017 l’arte è tutta contemporanea V edizione in senso inversotorinopala alpitour, isozaki 2 – 5 novembre

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FLASHBACK 2017 l’arte è tutta contemporanea V edizione

in senso inverso

torino
pala alpitour, isozaki
2 – 5 novembre 2017

Nuova sede, nuove gallerie, nuovo programma per il mondo di FLASHBACK.

La fiera più contemporanea di arte antica e moderna giunge quest’anno alla sua quinta edizione, a Torino dal 2 al 5 novembre, con il tema “in senso inverso”, dal romanzo fantascientifico di Philip K. Dick.

nuova sede

Nuovi spazi all’interno del Pala Alpitour, il foyer grande con ingresso da piazza d’armi accoglie la manifestazione disegnata dal collettivo di architetti startarch all’insegna del color magenta, colore scelto per questa quinta edizione.

nuove gallerie

Numerose le new entries e alcuni graditi ritorni, punti di riferimento per l’arte antica come W. Apolloni da Roma, Walter Padovani e la Galleria Silva da Milano e Cesare Lampronti con le sue gallerie di Londra e Roma. E anche per quanto riguarda il moderno molte rinomate gallerie hanno scelto per la prima volta FLASHBACK, come la Galleria Frediano Farsetti da Firenze, laGalleria Allegra Ravizza con sedi in Svizzera e negli USA, la Galleria Russo da Roma, la Galleria Torbandena di Trieste e Tornabuoni Arte, con sedi a Firenze, Milano, Forte dei Marmi, Parigi e Londra.

nuovo programma

Il nuovo programma per questa edizione è “In senso inverso”, dal romanzo di Philiph Dick per analizzare più approfonditamente l’interrogativo temporale sul quale si basa l’intera concettualità della manifestazione. Nel romanzo, dal sottotitolo emblematico “Il suo appuntamento è fissato per ieri” il tempo inizia a scorrere a ritroso, una vera inversione della freccia del tempo che ha iniziato a risalire dal presente al passato, un tempo dunque anti-orario, contro-corrente che rappresenta la diversa prospettiva, il punto di vista soggettivo, la possibilità di guardare in modo differente quanto ci circonda trovando nuovi elementi, nuove chiavi di lettura per rileggere e interpretare la contemporaneità.

le opere

Per la sua V edizione FLASHBACK presenta un corpus importante di opere legate al Futurismo, in quanto movimento che grida alla centralità dell’uomo. Mai come oggi, in un momento storico di grandi cambiamenti, la centralità dell’uomo, come essere umano fatto di corpo, mente, anima, spirito, è tema fondamentale; la centralità del concetto di umanità, di condizione umana sono elementi necessari per ripensare e ricostruire il nostro presente. Alcune tra le maggiori gallerie di arte moderna, tra cui la Galleria Frediano Farsetti, la Galleria dello Scudo, la Galleria del Laocoonte e la Galleria Russo, porteranno dunque una selezione di opere di Boccioni, Severini, Russolo, Balla e dell’aeropittura futurista di Dottori e Tato; pittura, scultura, disegni che rappresentano trasformazione sociale, cambiamenti politici, movimenti di popoli, tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, “avvicinando” fra loro i continenti. Accanto alle opere, Aleandri Arte Moderna esporrà la sala da pranzo di Giacomo Balla, una “chicca” disegnata e realizzata da lui stesso per la propria abitazione, in una ricostruzione futurista dell’universo quotidiano. Infine sempre arte moderna con opere di Joan Mirò dalla Galleria Torbandena, di Umberto Mastroianni grazie alla Galleria Del Ponte, di Vasco Bendini con la Galleria Roccatre, di Alberto Burri con Tornabuoni Arte.

Tra i preziosi tesori di arte antica che si potranno ammirare in fiera la splendida Betsabea al bagno firmato Artemisia Gentileschi e Bernardo Cavallino (1626-38) esposto da Cesare Lampronti, l’olio su tela La sete dei Crociati sotto Gerusalemme di Francisco Hayez della galleria W. Apolloni, il ritratto di John Belasyse di Anthon Van Dyck, allievo di Rubens e universalmente riconosciuto come il più importante ritrattista di tutti i tempi, presentanto dalla Galleria Robilant + Voena, la Madonna e Bimbo con San Giovannino di Abraham Janssens (1615 ca.) della Galleria Luigi Caretto e la Sibilla in terracotta della prima metà del VIII sec. della Galleria Walter Padovani. Ma anche una Pietà in legno scolpito di Jean de Chetro (ca. 1470) presentato da Flavio Pozzallo, l’olio su tela di Martin Van Meytens, il Giovane (1728) di BenappiL’ultima cena del bolognese Francesco Cavazzoni dalla collezione Bentivoglio D’Aragona di Carlo Orsi e alcuni olii su rame di Jan Brueghel (1635 ca.) di Caretto&Occhinegro.

FLASHBACK, l’arte è tutta contemporanea trova le proprie radici nella ricerca concettuale di Gino De Dominicis sul tema dell’immortalità, ricerca che sottolinea e stigmatizza la “contemporaneità” dell’opera d’arte come oggetto vivente ed eterno. E’ così che a FLASHBACK, dopo la grande mostra a Roma con Achille Bonito Oliva nel 2016 e le recenti scoperte su Leonardo da Vinci in Umbria con Vittorio Sgarbi, Luca Tomio Project Room torna con un progetto espositivo intitolato “L’arte che non c’è“, dedicato ai grandi maestri delle avanguardie italiane degli Anni ’60/’70. Un progetto nel quale sarà esposta un’unica opera, emblematica, per ogni autore, da Salvo a Boetti, da Ontani a Paolini, tra cui spicca per rarità un misteriossimo autoritratto di Gino De Dominicis visibile solo dal vivo in base alle istruzioni da sempre fornite. 

l’allestimento

Grazie allo splendido allestimento del collettivo startarch le opere offriranno al pubblico la fruizione contemporanea che fa di FLASHBACK un’isola senza tempo – ben rappresentata dal logo di quest’anno –che racchiude cultura e mercato, gallerie e artisti, arte antica, arte moderna e arte contemporanea, incontri e scontri, suoni, video, film, performances, laboratori, per una fiera che, a partire dal 2013, ha voluto indagare l’arte nelle sue molteplici forme espressive indipendentemente dal periodo storico, ma in base alla loro attualità e alla loro contemporaneità.

le gallerie

Le gallerie che, per la prima volta, verranno ospitate nel foyer grande del Pala Alpitour sono:

Aleandri Arte Moderna, Roma (I) – W. Apolloni, Roma (I) – Arcuti Fine Art, Roma (I) – Benappi, Torino (I) – Biasutti & Biasutti, Torino (I) – Maurizio Candiani, San Mauro Torinese TO (I) – Galleria Luigi Caretto, Torino (I), Madrid (E) – Caretto & Occhinegro, Torino (I) – Mirco Cattai Fine Art & Antique Rugs, Milano (I) – Cecchetto e Prior Alto Antiquariato, Castelfranco Veneto TV (I) – Ceci Antichità, Serramazzoni MO (I) – Chiale Fine Art, Racconigi CN (I) – Creatini e Landriani, Sestri Levante GE (I) – Galleria Del Ponte, Torino (I) – Frascione Arte, Firenze (I) – Galleria Frediano Farsetti, Firenze (I) – Galleria dello Scudo, Verona (I) – Galleria Giamblanco, Torino (I) – Gilistra Japanese Art, Torino (I) – Galleria del Laocoonte, Roma (I) – Il Cartiglio, Torino (I) – Cesare Lampronti, Londra (UK), Roma (I) -MB Arte Libri, Milano (I) – Lorenzo e Paola Monticone Gioielli d’epoca, Torino (I) – Moretti Fine Art, Londra (UK), Firenze (I), Monte Carlo (MC) – Carlo Orsi, Milano (I) – Flavio Pozzallo Antiquario, Oulx TO (I) – Walter Padovani, Milano (I) – Galleria Allegra Ravizza, Lugano (CH), Honolulu HI (USA) – Robilant + Voena, Milano (I), Londra (UK), St. Moritz (CH) – Galleria d’Arte Roccatre, Torino (I) – Galleria Russo, Roma (I) – Santa Tecla, Padova (I) – Schreiber Collezioni, Torino (I) – Secol-Art di Masoero, Torino (I) – Galleria Silva, Milano (I) – Sperone, Sent (CH) – Luca Tomio Project Room, Milano (I) – Galleria Torbandena, Trieste (I) – Tornabuoni Arte, Firenze, Milano, Forte dei Marmi (I), Parigi (F), Londra (UK) – Galleria Zabert, Torino (I).

FLASHBACK – L’Arte è tutta contemporanea, V edizione
Direzione: Stefania Poddighe e Ginevra Pucci
Sede: pala alpitour, isozaki
Ingresso: corso sebastopoli 123 – ingresso unico è piazza d’armi – Torino
Anteprima stampa: mercoledì 1 novembre 2017 ore 11.00 – 13.00
Anteprima: mercoledì 1 novembre 2017 ore 16.00 (solo su invito) 
Inaugurazione: mercoledì 1 novembre 2017 ore 18.00 (solo su invito) 
Apertura al pubblico: da giovedì 2 novembre a domenica 5 novembre 2017 | ore 11.00 – 20.00 
Biglietti: intero: EURO 10ridotto: EURO 8; riduzioni previste per legge; ridottissimo: EURO 5, Abbonamento Torino Musei, Abbonamento Musei Lombardia Milano, Torino + Piemonte Contemporary Cardgratuito: gratuita’ previste per legge, gratuità giovedì 2 novembre per abbonamenti convenzionati, Museo Ettore Fico.

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MAURIZIO PELLEGRIN. THE STOKER https://emanuelabernascone.com/maurizio-pellegrin-the-stoker%ef%bb%bf/ Sun, 03 Sep 2017 14:03:30 +0000 https://emanuelabernascone.com/?p=16272 MAURIZIO PELLEGRIN THE STOKER 29.09.17 - 29.10.17 NEOCHROME è lieta di presentare The Stoker

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MAURIZIO PELLEGRIN
THE STOKER

29.09.17 – 29.10.17

NEOCHROME è lieta di presentare The Stoker, la prima mostra personale in galleria di Maurizio Pellegrin, a cura di Filippo Fossati.

Il titolo della mostra “The Stoker” (Il fochista) è preso in prestito dal primo racconto che lo scrittore praghese Franz Kafka scrisse in gioventù, ripubblicato in seguito come un frammento del romanzo “Amerika”. I lavori che Maurizio Pellegrin ha realizzato per la mostra torinese condividono non solo il titolo ma anche le circostanze esistenziali in un sistema inquietante e intangibile che pone continuamente l’autore in situazioni bizzarre. Nelle sue parole:

Queste opere per Torino sono sottese da un desiderio sottile di attraversamento. Gli elementi che compongono i lavori richiamano attraverso le loro precedenti funzioni a un movimento costante: gli archetti per i violini, i guantoni da pugile, i pennelli da barba e il quasi infinito passaggio dell’ago nella fabbricazione dei vecchi tappeti. E’ un gruppo di opere che racchiude e porta con sé un sentimento americano, di quella America che ho conosciuto io, di quella America dove un lavorio costante quasi a discapito dello spirito tiene in moto le cose. C’e’ anche l‘affiorare di un sentimento di abbandono, tra il grande patchwork che rimanda ai sogni degli anni settanta e il costume da clown del nuovo travestimento americano. Pochi i colori, molti i simboli di questa epifania del silenzio rumoroso che mi ha accompagnato per molti anni.”

Maurizio Pellegrin è impegnato da tempo in un progetto ambizioso. Vuole raffigurare le emozioni, i movimenti, le energie e le tensioni dell’attività umana presente e passata. Attraverso gli oggetti, residui, manufatti della vitalità e dell’operosità umana vuole raffigurare contemporaneamente il gioco e le regole del gioco, seguendo una sua precisa trama misteriosa. Vuole dare un senso e un ordine a quel caos apparente che è la vita senza cadere nel tranello di un banale realismo e neppure di un allegorica allusiva più o meno emblematica. Non si tratta solo di creare immagini, ma di inventare delle composizioni davanti a cui lo spettatore si impegni attivamente, mentalmente. Si tratta di usare lo sguardo, creare uno stile, stabilire le regole, determinare le premesse. Nèillustrazione nèideologia: un progetto ambizioso. L’artista mette in scena, di volta in volta, una serie non finita di opere, in cui gli elementi in campo sono residui passeggeri e transitori del nostro passato. La realtà, sembra dire l’artista, non esiste. Tutto quel che ci circonda è solo una fabbricazione della nostra mente. Il tema di fondo sembra essere il solito; quello della quotidiana assurdità della condizione umana, il cui momento decisivo è perpetuo e mai definitivo, perché tutto è successo e nulla è ancora accaduto.

In collaborazione con la Esso Gallery di New York

Nato a Venezia nel 1956, Maurizio Pellegrin vive tra New York e Venezia.

Dalla prima mostra personale nel 1982 ad oggi ha tenuto numerose mostre in gallerie e musei di tutto il mondo.Le principali esposizioni museali includono La Biennale di Venezia (1988), Museo di San Diego in California (1990), la Corcoran Gallery of Art di Washington DC (1992), il Museum of Modern Art, New York (1993), la Quadriennale, Roma (1996), la Città Proibita, Pechino, Cina (1998), la Galleria di Fotografia, Temple Bar, Dublino, Irlanda (1988), il Museo Ludwig, Budapest (1999), il Centro di Cleveland per l’Arte contemporanea, Cleveland (2000), il Museo di Scottsdale di Arte contemporanea, Scottsdale (2002), Museo de Arte y Diseño Contemporaneo, San Josè, Costa Rica (2002), il Museo di Fort Wayne of Art, Indiana (2002), Museo di Ca ‘Rezzonico, Venezia (2002), Museo Correr, Venezia (2005), Ca ‘Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia (2005), la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia (2006), il BM- SUMA Contemporary Arts center di Istanbul, Turchia (2008), Il suo lavoro è rappresentato in molte collezioni pubbliche internazionali.

Maurizio Pellegrin si è laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università Ca ‘Foscari di Venezia, ha poi studiato pittura e scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, Sociologia alla New School di New York; e Filosofia Orientale alla New York University. Ha sempre avuto un particolare interesse per il pensiero umano e il linguaggio. La sua ricerca artistica è spesso accompagnata da scritti e riflessioni raccolti in più di 30 libri pubblicati ad oggi.

Ha insegnato in molte università americane come la New York University, la Columbia University, e la Rhode Island School of Design ed è attualmente Preside della National Academy School di New York. È Direttore Esecutivo degli Affari Culturali dell’I.R.E. e Fondazione Venezia a Venezia.

THE STOKER
Maurizio Pellegrin
Neochrome
dal 29 settembre al 29 ottobre 2017
dal mercoledì al sabato 15.30 – 19
Via Stampatori 4, 10122 Torino
[email protected]
www.neochromegallery.com

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CHANTAL JOFFE https://emanuelabernascone.com/chantal-joffe/ Sat, 02 Sep 2017 14:11:22 +0000 https://emanuelabernascone.com/?p=16284 CHANTAL JOFFE 29 settembre – 25 novembre Opening 28 settembre ore 18 Galleria Monica De Cardenas Milano

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CHANTAL JOFFE

29 settembre – 25 novembre

Opening 28 settembre ore 18

Galleria Monica De Cardenas Milano

La Galleria Monica De Cardenas presenta a Milano, a partire dal 29 settembre, una monografica di Chantal Joffe; in mostra circa 20 opere di Joffe, dipinti e pastelli realizzati nel corso degli ultimi due anni dalla pittrice inglese.

Chantal Joffe è conosciuta per i suoi ritratti, dipinti in modo fluido e scorrevole, nei quali riesce a catturare le emozioni, le debolezze e la vitalità dell’esistenza umana.

I soggetti sono spesso femminili: bambine, ragazze e donne ritratte in diversi momenti della vita, con uno sguardo sospeso tra l’immediatezza di un’istantanea e la distorsione enfatica. Questi studi sulla condizione umana si susseguono senza esprimere giudizi, ma con grande slancio e partecipazione, anche grazie alla trasgressione sfacciata di qualsiasi ordine formale. L’intensità psicologica dei personaggi rende ambigua la nostra stessa opinione, disturbando e appagandoci al contempo. L’artista spesso ritrae giovani adolescenti, età in cui l’interiorità è densa di sogni e d’imperscrutabile mistero.

L’origine dell’ispirazione visiva fluttua tra il ritratto di un’amica personale, l’icona proveniente dai media e l’immaginazione dell’artista. Le figure hanno l’intensità e la ricchezza psicologica del personaggio, come se catturassero un attimo nella vita di un’eroina della letteratura: appaiono al tempo stesso modeste e provocanti, oneste e misteriose, sicure di sé e vulnerabili. Esprimono sicurezza e dubbio non solo attraverso la loro immagine, ma anche attraverso lo stile pittorico. Joffe sperimenta ampiamente con forme, colori e la struttura delle pennellate, che possono essere nette e precise oppure spesse, spontanee, veloci e tattili.I dipinti oscillano tra intenzionalità e improvvisazione, mentre i segni si scontrano o si fondono sull’arena della tela.

Nei nuovi pastelli, dal titolo “Family Pictures”, l’artista ritrae soprattutto la figlia Esme, il marito Dan e se stessa. Joffe descrive l’esperienza mesmerica e fisica del realizzarli, mentre la mano ed il braccio le dolgono e la polvere di pastello si accumula con una purezza polverosa e luminosa. In questi pastelli c’è un senso d’immediatezza democratica e mobile; i tratti che rappresentano vestiti, o le strisce di una capanna sulla spiaggia, tendono verso l’astrazione, pur mantenendo il senso del gesto e del luogo d’origine. Anche qui l’esperienza e la forma artistica, la connessione emotiva e la rappresentazione si fondono, includendo ogni tipo di complessità psicologica e spazio-temporale.

In un’intervista pubblicata dall’Independent l’artista afferma: “Dipingere è il mio modo per pensare”.

Nata a St. Alban (USA) nel 1969 ma residente a Londra, Chantal Joffe ha studiato al Glasgow School of Art e nel 1994 ha ricevuto il Master Degree del Royal College of Art di Londra. Ha esposto in importanti spazi pubblici come il National Museum of Iceland, Reykjavik (2016); National Portrait Gallery, London (2015); Jewish Museum New York (2015) Jerwood Gallery, Hastings (2015); Collezione Maramotti, Reggio Emilia (2014); Saatchi Gallery, London (2013-2014); Modem, Hungary (2012); Mackintosh Museum, Glasgow (2012); Turner Contemporary, Margate (2011); Neuberger Museum of Art, New York (2009); University of the Arts, London (2007); Royal Academy of Arts, London (2005); Bloomberg Space (2004).

Chantal Joffe
29 settembre – 25 novembre 2017
dal martedì al sabato 15 – 19
Galleria Monica De Cardenas
Via Francesco Viganò 4, 20124 Milano
www.monicadecardenas.co

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FABRIZIO BELLOMO. SALUTI DA CERIGNOLA https://emanuelabernascone.com/fabrizio-bellomo-saluti-da-cerignola/ Fri, 18 Aug 2017 14:05:25 +0000 https://emanuelabernascone.com/?p=16275 OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO presenta Fabrizio Bellomo Saluti da Cerignola (2017)6 – 25 settembre 2017

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OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO

presenta

Fabrizio Bellomo

Saluti da Cerignola (2017)

6 – 25 settembre 2017

Piazza Bottesini, Torino

Il quarto artista scelto dal curatore Christian Caliandro per Opera Viva Barriera di Milano, il progetto artistico ideato da Alessandro Bulgini e sostenuto da FLASHBACK, è Fabrizio Bellomo, con l’opera Saluti da Cerignola (2017)

Fabrizio Bellomo realizza una cartolina gigante di Cerignola per il manifesto di 3 metri per 6 metri nella rotonda di Piazza Bottesini: il quartiere di Barriera (nato come borgo proletario e operaio) si riunisce dunque per queste settimane con la cittadina pugliese, da cui molte famiglie sono emigrate nel secondo dopoguerra proprio alla volta di Torino e di queste strade, di questi palazzi, di queste piazze. Ancora negli anni Ottanta, gli immigrati in città provenienti dalla sola Cerignola erano circa 35mila, e piazza Foroni – posta accanto alla rotonda di Piazza Bottesini – con il suo mercato era ed è il centro della vita economica e sociale della zona.

La realizzazione del lavoro è stata preceduta da una ricerca condotta sia sul web che presso lo Studio Belviso, il laboratorio fotografico che ha realizzato le cartoline del paese negli ultimi cinquanta-sessant’anni.

Il manifesto consiste dunque nella ricreazione di una cartolina d’epoca, adattata al formato di tre metri per sei: un’immagine composita, che insieme alle immagini della cittadina di Cerignola e al font comprende anche l’edicola sacra con la copia della Madonna di Ripalta di Torino. La leggenda narra che un gruppo di briganti trovò sulla riva alta del fiume Ofanto un pezzo di legno, che decisero di usare come tagliere per la cacciagione: ma al primo colpo di coltello la tavola iniziò a sanguinare, e rivelò la presenza dell’immagine sacra, che da allora è venerata dai cittadini.

In questo modo, la cartolina-manifesto riunisce luoghi lontani ma legati da decenni di storie, viaggi, vicinanze affettive, ricordi, vacanze, ritorni: i novecentotrentadue chilometri che separano Cerignola da Barriera, quasi da un capo all’altro dell’Italia, per un attimo si annullano – e una nuova dimensione spaziotemporale si crea.

L’opera di Bellomo (che usa e orienta con intelligenza la retorica della percezione turistica, che a sua volta genera proiezioni differenti dei luoghi verso l’esterno) funziona un po’ come il Gallo Silvestre delle Operette morali di Leopardi: “Affermano alcuni maestri e scrittori ebrei, che tra il cielo e la terra, o vogliamo dire mezzo nell’uno e mezzo nell’altra, vive un certo gallo salvatico; il quale sta sulla terra coi piedi, e tocca colla cresta e col becco il cielo.”

Ancora una volta, un’“opera viva” fa emergere tratti dell’identità collettiva che a volte vengono rimossi o dati per scontati, ma che sono essenziali per il territorio e la sua comunità.

Fabrizio Bellomo (1982) è artista, curatore e regista. Porta avanti la sua ricerca in modo ibrido e multidisciplinare. Suoi lavori sono stati esposti in Italia e all’estero in mostre personali e collettive, attraverso progetti pubblici e festival cinematografici. È stato invitato e selezionato da importanti istituzioni a partecipare a progetti e mostre fra cui: plat(t)form 2015 Fotomuseum Winterthur (Zurigo), Double Feature Tirana Art Lab (Tirana), ArtAround MuFoCo Cinisello Balsamo (Milano), 2004-2014 10 anni del museo di fotografia contemporanea Triennale di Milano, Milano un minuto prima Fondazione Forma (Milano), Objet Perdù e Giovane Fotografia di Ricerca in Puglia Fondazione Museo Pino Pascali (Polignano a Mare), Progetto Memoria Fondazione Apulia Film Commission (Bari-Tirana), Videominuto Pop e Byob Museo Pecci (Prato – Milano), Video.it Fondazione Merz (Torino), Camera con Vista – Incontri di Fotografia Gamec (Bergamo), Vegla Ben Ustain public project BJCEM 2017 (Tirana). La sua ultima personale èVillaggio Cavatrulli (Planar Gallery, Bari). Ha collaborato con diversi Comuni e istituzioni per la realizzazione e per la progettazione di opere e operazioni d’arte pubblica fra cui: il Comune di Bari, il Comune di Sesto San Giovanni, il Comune di Casale Monferrato, il Comune di Cursi, il Comune di Lumezzane, con il Politecnico di Milano e con il Falstad Museum in Norvegia, con Maps mobile-archive-on-public-space a Tirana. Suoi lavori fanno parte di collezioni pubbliche e private. Vince numerosi premi fra cui, nel 2012, il Premio Celeste con il video 32 dicembre. Il suo primo film è L’Albero di Trasmissione co-prodotto dall’associazione culturale Amarelarte, Fujifilm Italia e Apulia Film Commission; è stato distribuito da Mymovies.it. Ha partecipato, fra gli altri, al 55° Festival dei Popoli di Firenze e al 34e Cinemed – festival international du cinéma méditerranéen de Montpellier. Ha curato il volume Le persone sono più vere se rappresentate per Postmedia Books, Milano 2014, e pubblicato Io neanche lo vedo più il codice, appunti per un possibile saggio all’interno del volume Generazione Critica 2 per Danilo Montanari editore, Ravenna 2015. Ha inoltre ideato e curato, progetti pubblici (amarelarte 2011) e rassegne video. È interessato al rapporto fra l’uomo e la tecnica, fra l’individuo e la tecnologia; ai cambiamenti antropologici dettati dalla meccanica come dai nuovi media; analizza il contemporaneo in relazione al passato e viceversa. È appena stato pubblicato il suo saggio Meridiani, paralleli e pixel. La griglia come medium ricorrente (Postmedia Books).

OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO, parte seconda // operette morali
Un progetto di Alessandro Bulgini
A cura di Christian Caliandro
Rotatoria di piazza Bottesini – Torino
4 artista – Fabrizio Bellomo 6 – 25 settembre 2017 ore 19

FLASHBACK – L’Arte è tutta contemporanea, V edizione
Direzione: Stefania Poddighe e Ginevra Pucci
Sede: Pala Alpitour | Isozaki
Ingresso: corso Sebastopoli 123 – PIAZZA D’ARMI | Torino | Italia
Anteprima stampa: mercoledì 1 novembre 2017 ore 11 – 13
Anteprima: mercoledì 1 novembre 2017 ore 16 (solo su invito) 
Inaugurazione: mercoledì 1 novembre 2017 ore 18 (solo su invito) 
Apertura al pubblico: da giovedì 2 novembre a domenica 5 novembre 2017 | ore 11 – 20 

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CRISTIANO DE GAETANO. ICE AGE https://emanuelabernascone.com/cristiano-de-gaetano-ice-age/ Sun, 02 Jul 2017 14:08:52 +0000 https://emanuelabernascone.com/?p=16281 OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO presenta Cristiano De Gaetano 26 luglio – 27 agosto 2017 Piazza Bottesini, Torino

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OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO

presenta

Cristiano De Gaetano

26 luglio – 27 agosto 2017

Piazza Bottesini, Torino

Il terzo artista scelto dal curatore Christian Caliandro per Opera Viva Barriera di Milano, il progetto artistico ideato da Alessandro Bulgini e sostenuto da FLASHBACK, è Cristiano De Gaetano, artista precocemente scomparso.

Nella sua fulminante vita e carriera De Gaetano è riuscito a portare avanti e concludere una ricerca all’interno di nuclei tematici precisi: l’identità vissuta ed esperita come continua mutazione; l’identità personale, ancora, scavata ed espansa nel tempo, fino a inglobare parenti, antenati, sconosciuti, immagini e opere d’arte appartenenti ad altre epoche; una memoria “biologica” quindi, una narrazione di ricordi che tende a esorbitare dai suoi confini e ad assumere i contorni di un intero mondo figurativo e simbolico. Un mondo di frammenti, di scaglie, scorie del tempo passato e futuro, che si dispone e si ricompone sotto i nostri occhi; che sta passando e continua a passare, in perenne transizione. Un mondo convincente e persuasivo, anche a tratti malinconicamente apocalittico.

 Sul cartellone di 3 metri per 6 metri in Piazza Bottesini, a partire dal 26 luglio campeggerà l’operaIce Age, che fa parte di una serie del 2007 realizzata dall’artista tarantino; Ice Age è una canzone dei Joy Division, che tratteggia un ambiente sonoro oscuro, sommerso, struggente, gelido. Come la serie di cui il quadro fa parte. Quest’opera è percorsa dal medesimo realismo pessimista e dalla visione romanticamente cosmica, così come dalla tensione umana e umanistica, che animano le Operette morali.

L’“età del ghiaccio” De Gaetano l’ha intravista e catturata prima degli altri, insieme a pochissimi; l’età del ghiaccio è arrivata, è questa.

Quella di Cristiano De Gaetano è un’opera meravigliosamente circolare e autoconclusa, che continua a pulsare e a interrogarci, a indicare all’arte e alla critica una strada possibile e percorribile. Un approccio – una “disposizione d’animo” – costruito attraverso una relazione costante con la vita, con lo spazio-tempo esistenziale (proprio e degli altri). I suoi lavori funzionano come dispositivi aperti verso direttrici diverse, differenti, alternative della produzione – e della ricezione – artistica del e nel presente. Esattamente quelle che la sequenza di Opera Viva Barriera di Milano tenta di seguire e indicare.

Cristiano De Gaetano (Taranto, 16 agosto 1975 – Martina Franca, 10 maggio 2013) frequenta l’Istituto d’Arte di Grottaglie, partecipando al corso di Ceramica e alle mostre didattiche dell’Istituto per il quale progetta il Manifesto Pubblicitario nel 1995. Durante gli anni dell’Accademia crea gruppi d’artista e si fa riconoscere per l’estro creativo in diverse esposizioni collettive in Puglia, si diploma in pittura nel 2001 all’Accademia di Belle Arti di Bari.

Nel percorso di studi intraprende esperienze in campo artistico come fotografo, scenografo ed operatore video, esperienze utili per le successive collaborazioni per progetti speciali come la realizzazione di alcune opere per film o prestigiose riviste. Dopo la sua prima mostra personale (2000) comincia ad esporre in numerose collettive in tutta Italia (Taranto, Bari, Bologna, Milano, Roma) e dal 2006 alle fiere d’arte internazionali di Bologna, Londra, Parigi, Basilea, New York e Miami dove viene acquisito in importanti collezioni. Partecipa a diverse rassegne istituzionali come Il Museo e il suo territorio presso la Fondazione Museo Pino Pascali a Polignano a Mare (Bari) e nel 2011 alla 54° Biennale Di Venezia,Padiglione Italia, Sezione Regione Puglia. Muore a soli 37 anni nel 2013.

OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO, parte seconda // operette morali
Un progetto di Alessandro Bulgini
A cura di Christian Caliandro
Rotatoria di piazza Bottesini – Torino
3 artista – Cristiano De Gaetano – 26 Luglio 2017 ore 19

FLASHBACK – L’Arte è tutta contemporanea, V edizione
Direzione: Stefania Poddighe e Ginevra Pucci
Sede: Pala Alpitour | Isozaki
Ingresso: corso Sebastopoli 123 – PIAZZA D’ARMI | Torino | Italia
Anteprima stampa: mercoledì 1 novembre 2017 ore 11 – 13
Anteprima: mercoledì 1 novembre 2017 ore 16 (solo su invito) 
Inaugurazione: mercoledì 1 novembre 2017 ore 18 (solo su invito) 
Apertura al pubblico: da giovedì 2 novembre a domenica 5 novembre 2017 | ore 11 – 20 

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MARKUS RAETZ https://emanuelabernascone.com/markus-raetz%ef%bb%bf/ Sat, 01 Jul 2017 14:14:54 +0000 https://emanuelabernascone.com/?p=16289 MARKUS RAETZ 29 luglio - 2 settembre 2017 Galleria Monica De Cardenas Zuoz, Svizzera

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MARKUS RAETZ

29 luglio – 2 settembre 2017

Galleria Monica De Cardenas

Zuoz, Svizzera

La galleria Monica De Cardenas è lieta di presentare nella sede di Zuoz, a partire dal 29 luglio, una mostra personale di Markus Raetz, a dieci anni dalla precedente monografica che aveva inaugurato la sede. La galleria di Zuoz è ospitata in una casa del XV secolo, riattata dall’architetto Hans-Jürg Ruch con l’intento di conservarne la struttura e le caratteristiche originarie: il risultato sono 400 mq inondati dalla luce primitiva e diretta dell’alta Engadina. E’ sotto questa luce e questo sguardo che le opere di Markus Raetz, artista svizzero tra i più importanti al mondo (anche secondo un recente sondaggio proposto dalla rivista Le Matin Dimanche a 12 esperti internazionali di arte contemporanea) risaltano nello spazio.

In mostra una trentina di lavori, opere su carta e sculture, che riflettono sul linguaggio dell’arte in quanto percezione visiva con immagini essenziali e poetiche. Le opere ripercorrono il percorso artistico di Raetz dagli anni Settanta ad oggi e quindi le tematiche che ne costituiscono il fil rouge; in primo luogo il costante interesse per il fenomeno della percezione, che egli esplora grazie ad una serie di soggetti ricorrenti come le parole, i paesaggi e le vedute o ancora le fisionomie e i volti. Grazie a un approccio al tempo stesso ludico e concettuale questi soggetti, in apparenza semplici e accessibili, rivelano nelle creazioni di Raetz la complessità della realtà che ci circonda. Ampio spazio è dedicato all’opera incisa, ambito prediletto dall’artista che negli anni ha esplorato le varie tecniche calcografiche alla ricerca di una sempre maggiore libertà creativa. Le sperimentazioni di Raetz sono accompagnate da una parallela ricerca in ambito plastico come testimoniano le numerose sculture da lui realizzate negli anni. Si tratta sovente di opere che si trasformano sotto lo sguardo dello spettatore, mutando aspetto e significato, a seconda del punto di vista scelto. Una parola può quindi trasformarsi nel suo esatto contrario o il profilo della pipa di Magritte trasformarsi in volute di fumo. Nelle opere di Raetz coesistono gli opposti e niente è come appare al primo sguardo. L’artista approfondendo il concetto di anamorfosi, invita ad addentrarsi nei fenomeni, comprenderli e scoprirli.

Markus Raetz vive e lavora a Berna. Dal 1966 ad oggi ha esposto in numerose gallerie e musei, tra gli altri al Kunsthaus di Zurigo (1975), allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1979), al New Museum di New York (1988), alla Serpentine Gallery di Londra (1993) e al Museum der Moderne di Salisburgo (2006); più recentemente nel 2011 alla Bibliothèque Nationale di Parigi e al MAMCO di Ginevra. Nel 2012 – 2013 il Kunstmuseum Basel ha presentato una grande retrospettiva di suoi disegni e nel 2016 il MASI di Lugano gli ha dedicato una mostra monografica di oltre 150 opere. L’artista ha rappresentato la Svizzera, alla Biennale di Venezia nel 1988 e partecipato a Documenta a Kassel nel 1968, nel 1972 e nel 1982. Le sue opere si trovano nelle collezioni del MoMa di New York, della Tate Gallery di Londra, del Centre Pompidou di Parigi, del Museo d’Arte Moderna di Francoforte e dei maggiori musei svizzeri.

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CALIXTO RAMIREZ. TANA LIBERA TUTTI https://emanuelabernascone.com/calixto-ramirez-tana-libera-tutti/ Thu, 01 Jun 2017 14:12:44 +0000 https://emanuelabernascone.com/?p=16286 OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO presenta Calixto Ramirez 28 giugno - 28 luglio 2017 Piazza Bottesini, Torino

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OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO

presenta 

Calixto Ramirez

28 giugno – 28 luglio 2017

Piazza Bottesini, Torino

Il secondo artista scelto dal curatore Christian Caliandro per Opera Viva Barriera di Milano, il progetto artistico ideato da Alessandro Bulgini, sarà il messicano Calixto Ramirez con l’opera Tana libera tutti! del 2016.

 La seconda edizione di Opera Viva Barriera di Milano, il progetto artistico urbano sostenuto dalla fiera Flashback, vede dunque sul cartellone 3 metri per 6 metri in Piazza Bottesini, a partire dal 28 giugno, l’opera Tana libera tutti! di Calixto Ramirez. L’artista usa il proprio corpo come metro esclusivo di misurazione e interpretazione della realtà che lo circonda, impiegando mezzi volutamente poveri e scarsi: la sola presenza fisica è alla base di un’opera effimera, transitoria, precaria. L’autore parte non solo dalla presenza umana nello spazio, ma anche dalla sua natura “addomesticata” (alberi, foglie, cortecce, radici, tronchi spezzati), nella quale si immerge e con la quale sembra volersi fondere. Come molta arte significativa del XXI secolo, l’opera di Ramírez sembra consistere in un solo apparentemente paradossale “essere-presenti-scomparendo”: nel combinare cioè una strana forma di presenza con una strana forma di assenza. Un modo al tempo stesso ironico, scanzonato e molto serio, come del resto è nello spirito delle Operette morali di Leopardi che sono lo “spunto” per questa edizione di Opera Viva Barriera di Milano.

Nel 1982, Goffredo Parise scriveva all’interno della sua rubrica Lontano sul Corriere della Sera: “L’arte più pura e perfetta sulla terra è quella living, cioè della vita, dell’apparizione fisica in un determinato momento e mai più”(Lontano, Adelphi 2009, p. 25). L’arte “della vita”, l’arte vivente, è in grado di catturare il sentimento dell’organico, della crescita costante, dello sviluppo e dell’evoluzione. È questa un’idea e una pratica che alcuni artisti – come Ramirez e gli altri proposti nell’ambito del progetto Opera Viva Barriera di Milano – sembrano percepire e restituire in maniera particolarmente brillante e personale. L’idea, per esempio, che le nostre identità personali e collettive non siano monolitiche, date una volta per tutte e immobili, fisse, determinate, ma soggette a continua mutazione; che anzi l’identità sia questa mutazione, questo movimento. Per non perdere l’identità, occorre quindi sempre essere disposti a fonderla, cederla, ad aprirsi all’Altro e a identificarsi con esso. Processo che si può compiere solo andando “verso” l’altro, uscendo dai luoghi deputati dell’arte, così come accade con Opera Viva in Barriera, dove l’opera degli artisti è esposta in una piazza e può essere fruita da tutti.

OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO, parte seconda // operette morali
Un progetto di Alessandro Bulgini
A cura di Christian Caliandro
Rotatoria di piazza Bottesini – Torino
2 artista – Calixto Ramirez – 28 giugno 2017 ore 19

FLASHBACK – L’Arte è tutta contemporanea, V edizione
Direzione: Stefania Poddighe e Ginevra Pucci
Sede: Pala Alpitour | Isozaki
Ingresso: corso Sebastopoli 123 – PIAZZA D’ARMI | Torino | Italia
Anteprima stampa: mercoledì 1 novembre 2017 ore 11 – 13
Anteprima: mercoledì 1 novembre 2017 ore 16 (solo su invito) 
Inaugurazione: mercoledì 1 novembre 2017 ore 18 (solo su invito) 
Apertura al pubblico: da giovedì 2 novembre a domenica 5 novembre 2017 | ore 11 – 20 

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THE FLASHBACK WORLD https://emanuelabernascone.com/the-flashback-world/ Tue, 23 May 2017 14:19:57 +0000 https://emanuelabernascone.com/?p=16298 FLASHBACK_L’arte è tutta contemporanea, presenta THE FLASHBACK WORLD Venerdì 26 maggio ore 11.00 Accademia delle Scienze

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FLASHBACK_L’arte è tutta contemporanea, presenta

THE FLASHBACK WORLD

Venerdì 26 maggio ore 11.00
Accademia delle Scienze – Sala dei Mappamondi

Via Accademia delle Scienze 6 Torino

Ogni grande opera d’arte ha due facce, una per il proprio tempo e una per il futuro, per l’eternità.

Daniel Barenboim

Venerdì 26 maggio l’associazione Flashback presenta la V edizione all’interno della Sala dei Mappamondi dell’Accademia delle Scienze. E non potrebbe esserci luogo più adatto per presentare il FLASHBACK WORLD, con il tema della V edizione e il quesito sotto forma di hashtag #whatscontemporary

Il mondo di Flashback è un disegno immateriale, in grado di far emergere problematiche e tensioni di cui forse non ci saremmo accorti nella vita reale. Un patto narrativo fatto di meraviglia e concretezza, di opere e di pensiero. Un progetto, nato nel 2013, che si mette a disposizione di tutti, che resta sempre in ascolto, che “ricerca” indagando l’arte nelle sue molteplici forme espressive indipendentemente dal periodo storico ma in base alla loro attualità, la loro contemporaneità. E’ così che Alessandro Bulgini ha traslato il suo progetto Opera Viva in Flashback è Opera viva (progetto vivo e sempre in divenire, mai statico o istituzionalizzato), è così che si è formata l’isola che racchiude cultura e mercato, gallerie e artisti, arte antica, arte moderna e arte contemporanea, incontri e scontri, suoni, video, film, performances, laboratori.

#whatscontemporary

Che cosa significa contemporaneo? Chi è contemporaneo? Cos’è contemporaneo? Quando un’opera può dirsi contemporanea? Di chi e di che cosa siamo contemporanei?

L’aggettivo contemporaneo è spesso abusato e molto spesso non se ne conoscono le vere accezioni. Prima di indagare il significato del termine tramite considerazioni ricordarne la semplice definizione:

contemporàneo agg. e s. m. (f. –a) [dal lat. tardo contemporaneus, der. di tempus –pŏris«tempo», col pref. con-]. – 1. a. agg. Che accade o vive nello stesso tempo, che appartiene alla medesima età 
2. a. agg. Che appartiene all’età presente, alla vita attuale.

All’incontro del 26 maggio saranno presenti alcuni tra i FLASHBACK_people, ovvero:

Christian Caliandro, Alessandro Bulgini, Marco Benenti, Carlo Alberto de Laugier, Ginevra Pucci, Stefania Poddighe, Maria Chiara Guerra, Daniele Donati, Roberto Cena, Filippo Di Carlo.

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