11 Nov FAUSTO MELOTTI
FAUSTO MELOTTI
L’angelo necessario
prorogata sino all’11 dicembre 2010
L’arte non conosce il buon gusto e il cattivo gusto;
non è né sensibile né insensibile: è angelica.
Fausto Melotti
La Galleria Repetto ospita sino all’11 dicembre 2010 la mostra FAUSTO MELOTTI L’angelo necessario, una grande retrospettiva che presenta al pubblico il genio di Melotti come artista completo e poliedrico, insieme scultore, pittore, ceramista e scrittore. 15 sculture, una ventina di opere su carta, una selezione di ceramiche realizzate nella metà degli anni ’50, 3 dipinti su gesso degli anni ‘70 , e, in catalogo, una selezione di suoi scritti .
La mostra racconta il senso più alto dell’arte di Melotti: le sue opere, liberate dal peso della materia e dalla monumentalità, diventano libero volo di piani trasparenti, di forme invisibili; un delicato trasfigurarsi di curve d’aria, di volumi di luce. Partendo da una scelta di suoi scritti, si è individuata la figura dell’Angelo come il simbolo dell’unione tra l’uomo e il Divino, la carne e lo spirito, la terra e il cielo. Tutta l’opera di Melotti, si può intendere come un processo creativo “ascensionale”, dove la liturgia della creazione si rivolge dal basso verso l’alto, dalla materia alla luce, dal peso alla leggerezza, dal visibile all’invisibile.
Fausto Melotti, uomo cristiano, artista credente, era convinto che la distanza “che separa l’uomo da Dio non può essere l’infinito. Altrimenti saremmo davvero bestie abbandonate.” Era persuaso, come ci testimonia tutta la sua mirabile opera, che quando “la maestria è al di là dei confini, l’evento naturale diventa sovrannaturale”, e l’enigma tempo-spazio si fa luce “al primo volo dell’anima.” Come Meister Eckhart, egli sapeva che “Quando Dio invia il suo angelo all’anima, essa inizia veramente a conoscere.” Ma quale conoscenza? La conoscenza dell’arte, secondo un procedimento opposto a quello convenzionale, discensionale, dall’idea alla cosa, dal pensiero all’oggetto.
In catalogo sarà presente un testo di Padre Enzo Bianchi, Priore del Monastero di Bose.
Cenni biografici
Fausto Melotti nasce a Rovereto nel 1901. Cugino di Carlo Belli, teorico italiano dell’astrattismo, Melotti è ingegnere: insieme a Fontana, a cavallo del 1930, frequenta i corsi di scultura di Adolfo Wildt all’Accademia di Brera. Nel 1935 rende esplicita la propria adesione al gruppo degli astrattisti milanesi partecipando alla prima mostra collettiva di arte astratta nello studio di Casorati e Paulucci a Torino ed esponendo alla Galleria del Milione sculture di ispirazione contrappuntistica. L’artista già dall’anteguerra spazia dall’astrazione geometrica alla scultura monumentale e tra i diversi materiali: gesso, ottone, rame, bronzo e acciaio. Della metà degli anni Quaranta è la serie dei Teatrini in terracotta colorata. Negli anni Sessanta, dopo un decennio di ceramiche e di pittura su carte e tele, si dedica a sculture in filo d’ottone, leggere e diafane, con frammenti di tessuto colorato o con qualche residuo di terracotta. Nel 1974 Adelphi pubblica Linee, raccolta di scritti e poesie dell’artista, cui seguirà nel 1978 Linee secondo quaderno. Sempre nel 1978 gli viene conferito il Premio Feltrinelli per la scultura. Nel 1979 a Palazzo Reale a Milano è presentata un’antologica. Nel 1983 espone alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nel 1985 a Venezia alle Gallerie dell’Accademia, mentre nel 1986 una rassegna del suo lavoro è alla Biennale della città lagunare. Si susseguono poi le mostre personali e collettive in Italia e all’estero, sarà presente anche a New York, Londra, Zurigo, Vienna, Francoforte, Monaco e Parigi al Centre George Pompidou all’interno dell’importante esposizione internazionale dal titolo “Qu’est ce-que la sculpture moderne?. Muore a Milano nel 1986.
FAUSTO MELOTTI L’angelo necessario
sino all’ 11 dicembre 2010
tutti i giorni 9.30 -12.30 / 15.30-19.30
domenica su appuntamento
Galleria Repetto, via Amendola 21/23
15011 Acqui Terme (AL)
tel/fax +39 0144 325318