CENTO ANNI DI GUERRE AL CINEMA

CENTO ANNI DI GUERRE AL CINEMA

CENTO ANNI DI GUERRE AL CINEMA
Rassegna cinematografica

21 ottobre – 18 dicembre 2010

Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà
Sala conferenze
Corso Valdocco 4/a – Torino

A cura dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
in collaborazione con Documè e l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico

Che il XX sia il secolo per antonomasia della guerra è un’affermazione universalmente condivisa, ma, avvallandola, soprattutto si pensa ai due grandi conflitti mondiali e, pertanto, ai suoi primi cinquant’anni. In realtà, considerando nell’insieme la seconda metà del Novecento sul piano mondiale, ritroviamo la guerra non solo quasi continuativamente presente, ma per determinate aree non meno dirompente delle guerre mondiali.

Se la Società delle Nazioni non fu il deterrente contro la guerra che il presidente Wilson aveva immaginato al termine della Prima guerra mondiale, l’Onu si rivelerà del tutto impotente o quasi nel corso dei lunghi decenni della ‘guerra fredda’ prima e, poi, diremmo in modo anche più evidente, dopo la caduta del “muro di Berlino”. Persino l’Europa, devastata fin quasi alle fondamenta dalle due guerre mondiali, assisterà alla ricomparsa della guerra all’interno dei suoi confini quando, negli anni Novanta, divamperanno terribili conflitti nei territori della ex Jugoslavia. D’altra parte dal punto di vista dell’uso della guerra come strumento per dirimere le controversie si può dire che il XX secolo si proietti nel XXI senza soluzioni di continuità e veri salti di qualità (e da questo punto di vista si rivela un secolo ‘lungo’). 

Per l’Italia il rigetto della guerra, dopo le guerre di aggressione fasciste e il disastro della Seconda guerra mondiale, è inscritto senza ambiguità nell’art. 11 della Costituzione repubblicana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Ciò nonostante, dietro il labile schermo delle “missioni umanitarie multinazionali”, forti contingenti di militari italiani sono stati impegnati in modo dispiegato in conflitti armati, almeno a partire dai primi anni Novanta, e lo sono, come è noto, tuttora.
Tutte le volte, all’inizio, si dice che la guerra durerà poco, pochissimo. Sono “radiose giornate”, si fa “solo per salire sul carro dei vincitori”, è “un’operazione chirurgica”. Ma non è così e le conseguenze della guerra vengono pagate a carissimo prezzo dalle popolazioni: povertà, miseria, gente in fuga da tragedie inumane, da eccidi e genocidi.

La rassegna proposta dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza offre una panoramica sulle guerre del Novecento e su quelle di questo secolo viste attraverso il cinema. In tutto una ventina di appuntamenti con film a soggetto e documentari, suddivisi in grandi capitoli e corredati da schede e in qualche caso accompagnati da presentazioni di storici e studiosi.

Programma

Le “radiose giornate” della Prima guerra mondiale
GIOVEDI’ 21 OTTOBRE, ORE 18
Introduce Giaime Alonge
• Prigionieri della guerra, di Yervant Gianikian e Angela Ricci-Lucchi, 1995, 64′
Da fotogrammi e spezzoni girati da anonimi cineoperatori di guerra, recuperati negli archivi di mezza Europa, i due cineasti hanno tratto una laica e struggente Via Crucis che riguarda non soltanto i prigionieri delle due parti, ma la vita nelle retrovie del conflitto con profughi civili che fuggono o ritornano, deportazioni, vita quotidiana nei campi, gruppi etnici che si mescolano. Senza una parola di commento. Un documentario che evoca una guerra ormai remota ma che non può non suggerire analogie con guerre più recenti.

SABATO 23 OTTOBRE, ORE 16
• Orizzonti di gloria, di Stanley Kubrick, 1957, 86′
Il film .racconta quel che accadde prima, durante e dopo uno di quegli attacchi frontali che si risolsero in veri massacri sul fronte franco-tedesco durante la guerra 1914-18: un’analisi del rapporto tra il settecentesco castello dove gli ufficiali dello Stato maggiore predispongono sulla carta (sulla scacchiera) le mosse dell’azione, rispondendo alle proprie ambizioni, e il caos del “formicaio” in trincea dove l’azione veramente si svolge. E’ un atto di accusa contro le follie del potere gestito dalle gerarchie militari e contro le logiche di classe che sono alla sua base, non certo solo nel contesto della Prima guerra mondiale.

La Seconda guerra mondiale: le molteplici prospettive dello sguardo cinematografico
SABATO 30 OTTOBRE, ORE 16
• L’infanzia di Ivan, di Andrej Tarkovskij, 1962, 95′
Solo al mondo (i tedeschi gli hanno sterminato la famiglia), il dodicenne Ivan fa la staffetta e l’esploratore per i partigiani russi, lacerato tra l’odio per il nemico e il bisogno di tenerezza e protezione. La guerra ingoia anche lui. Questo lirico e tragico racconto sull’infanzia rapinata dalla guerra fu l’esordio di A. Tarkovskij, in cui già affiora il tema della storia come irrazionalità.

GIOVEDI’ 4 NOVEMBRE, ORE 18
Introduce Eric Gobetti
• Fascist Legacy, di Ken Kirby, versione italiana a cura di Massimo Sani, 1989, 100′
Fascist Legacy (“L’eredità del fascismo”) è un documentario della BBC sui crimini di guerra commessi dagli italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. Ricostruisce le terribili vicende che accaddero nel corso della guerra di conquista coloniale in Etiopia – e negli anni successivi – e delle ancora più terribili vicende durante l’occupazione nazifascista della Jugoslavia tra gli anni 1941 e 1943

SABATO 6 NOVEMBRE, ORE 16
• L’arpa birmana, di Kon Ichikawa., 1956, 116′
In Birmania nel 1945, alla fine della guerra, il soldato giapponese Mizushima rifiuta il rimpatrio, diventa prete buddista e percorre il paese a seppellire i compagni caduti. Sceneggiato da Natto Wada da un romanzo di Michio Takeyama, è un poema lirico il cui pacifismo affonda le sue radici nella coscienza religiosa dell’uomo e in un sentimento panteistico.

GIOVEDI’ 11 NOVEMBRE, ORE 18
Introduce Franco Prono
• Come persi la guerra, di Carlo Borghesio, 1947, 90′
Il film racconta l’odissea del povero Leo Bianchetti (Macario) – sempre in divisa e sempre in pericolo, sbattuto da un posto all’altro, antieroe costretto a vivere tutti i travagli di un decennio tormentatissimo – narrata in chiave comica, ma con un suo substrato profondamente umano. Il protagonista è l’emblema di milioni di anonimi su cui la Storia costruisce i suoi fasti.

SABATO 13 NOVEMBRE, ORE 16
• Inside Buffalo, di Fred Kuwornu, 2008, 75′
Il film narra le vicende storiche della 92° Divisione di fanteria americana soprannominata “Buffalo”, composta interamente da soldati Afro Americani che combatterono nello scenario della Linea Gotica nel 1944 due guerre allo stesso tempo , una contro il nemico nazista, e l’altra contro i propri ufficiali bianchi razzisti.

La Corea
GIOVEDI’ 18 NOVEMBRE, ORE 20.30
· Corea in fiamme, di Samuel Fuller, 1951, 84′
Dopo aver visto sterminata la sua pattuglia da parte dei nordcoreani, il sergente Zack, veterano dell’esercito statunitense, si unisce a quella del tenente Driscoll. Tra i due le incomprensioni non mancano, ma dopo un durissimo scontro con il nemico, Zack – unico sopravvissuto insieme ad altri tre compagni – finirà per rendere omaggio a Driscoll, morto da eroe.

Il Vietnam
SABATO 20 NOVEMBRE, ORE 16
• Dear America – Lettere dal Vietnam, di Bill Couturié, 1987, 87′
Attingendo ai materiali di archivio della Nbc e dopo aver visionato in 10 mesi 926 ore di materiale, Couturie ha messo insieme per la Tv un film di montaggio, basato sul libro di Bernard Edelman, il cui commento sulla guerra passa attraverso le parole, i testi delle “lettere a casa” dei soldati in Vietnam. Con la colonna musicale degli anni ’60 e ’70, la guerra del Vietnam vista dal di dentro. Non è un film critico o politico. È un’opera elegiaca e malinconica, che parla al cuore più che alla testa.

SABATO 27 NOVEMBRE, ORE 16
• Lontano dal Vietnam, di Claude Lelouch, Alain Resnais, Agnès Varda, William Klein, Joris Ivens, 1967,120′
6 registi e 150 tecnici per un film militante girato in 16 e 35 mm, prodotto e supervisionato da Chris Marker, che sposa esplicitamente una tesi, quella contro l’intervento militare degli Stati Uniti in Vietnam, schierandosi con la resistenza del popolo vietnamita.

DOMENICA 28 NOVEMBRE, ORE 16
• Sconfiggeremo il cielo. Trent’anni di guerra in Vietnam, di Daniele Cini, 1996, 73′ (Aamod)
L’antologia curata da Daniele Cini ci conduce attraverso alcuni dei momenti e degli aspetti più significativi del drammatico conflitto vietnamita: i bombardamenti americani e le città sotterranee, l’uso delle armi chimiche, l’offensiva del Tet del gennaio ’68 quando i vietcong riuscirono quasi a vincere la guerra nel momento in cui massima era la presenza militare americana. Fino a giungere alla fine della guerra nel 1975, quando i vietcong entrarono a Saigon.

I Balcani
GIOVEDI’ 2 DICEMBRE, ORE 17
Introduce Mauro Ravarino
• Rata Nece Biti (La guerra non ci sarà), di Daniele Gaglianone, 2008, 180′
Un viaggio in Bosnia-Erzegovina, alla ricerca di incontri, di racconti, di volti. A Sarajevo, la notte di Capodanno, Zoran sogna la Sarajevo cosmopolita della sua infanzia, mentre nei quartieri serbi della città, Sasa difende l’idea nazionalista. Aziz, ex soldato dell’Armjia bosniaca, compie un viaggio a ritroso sulla Drina verso il villaggio della madre. Altre storie e ricordi si intrecciano lungo il viaggio tra Srebrenica, dove ancora pulsano le ferite della guerra e Tuzla, dove all’International Commission of Missing Persons si lavora per dare ai morti un nome e restituirli alla memoria delle famiglie.

SABATO 4 DICEMBRE, ORE 16
 La polveriera, di Goran Paskaljevic, 1998, 102′
Belgrado. Fine anni Novanta. Manù, emigrato, fa ritorno a casa sperando di ritrovare Natalia, la fidanzata di un tempo. Due amici si rivelano i reciproci tradimenti fino a che uno dei due uccide l’altro con una bottiglia spezzata. Poi sale su un treno e si fa saltare per aria insieme a una giovane passeggera. Un tassista dà un passaggio a un anziano poliziotto per rivelargli di essere stato il suo aggressore poco tempo prima. Questa e altre vicende incorniciate nella narrazione di un travestito che si esibisce al “Balcan Cabaret” in uno dei film più ‘a cuore aperto’ che la cinematografia della ex-jugoslavia abbia prodotto.

DOMENICA 5 DICEMBRE, ORE 16
• Mille giorni a Sarajevo, di Giancarlo Bocchi, 1994, 24′
Tre vite in una città assediata : Alija lavorava alla radio di Stato come coordinatore dei programmi , adesso vive solo perché la famiglia si è rifugiata in Inghilterra. Graca era un grafico di Oslobodenje il quotidiano di Sarajevo, mentre Idaet era un manager di una grande industria dello Stato. Oggi difendono la loro città nelle trincee sulle alture che sovrastano Sarajevo. Sono ” impiegati” della guerra: partono da casa nel tardo pomeriggio per andare al fronte e tornato il giorno dopo. A Sarajevo la guerra è come un lavoro qualsiasi.
• Perchè le donne non fanno la guerra, di Manuela Pecorari e Nicola Nannavecchia, 2004,    58′
Ricordi di donne che hanno vissuto in prima persona la guerra che ha insanguinato l’ex Jugoslavia fra il 1991 e il 1999. Donne che raccontano se stesse e le decisioni, spesso difficili, che hanno dovuto prendere a causa di questa guerra. Un passaggio in ombra, nel tentativo di seguire le voci di queste e altre donne attraverso un territorio distrutto da una guerra di cui non si sono sentite parte.

L’Afghanistan
GIOVEDI’ 9 DICEMBRE, ORE 17
• Rambo III, di Peter MacDonald, 1988, 101′
In un monastero buddista dove cerca la pace spirituale, Rambo apprende che il suo ex colonnello è stato catturato dai sovietici in Afghanistan. Con alcuni ribelli va a liberarlo. Porta al parossismo il rambismo, cioè il culto mistico del guerriero, e il titanismo del suo protagonista.

VENERDI’ 10 DICEMBRE, ORE 16
Cargo 200, di Aleksej Balabanov, 2007, 89′
Ambientato nel 1984, ispirato ad un fatto di cronaca, il film racconta l’agonia del regime sovietico, con gli enormi aerei da carico che riportano in patria i cadaveri dei militari morti in Afghanistan, mentre alcuni giovani molto furbi, iniziano a capire come arricchirsi sfruttando la caduta del regime.

L’Iraq
SABATO 11 DICEMBRE, ORE 16
Sotto il cielo di Baghdad, di Mario Balsamo, 2002, 52′

Un documentario per raccontare Baghdad prima di quest’ultima guerra: che faccia hanno gli iracheni, quale vita conducono, cosa pensano, come sopravvivono dopo dodici anni di embargo? Un modo per mostrare le persone che sono le vere vittime della guerra.

United we stand, di Matteo Barzini, 2004, 41′

Durante e subito dopo la guerra in Iraq, una troupe ha percorso in automobile seimila chilometri da Chicago a Los Angeles, via Dallas e Las Vegas, (con un ulteriore breve soggiorno a New York), raccogliendo per strada interviste sulla guerra. Le risposte, spesso folgoranti, qualche volta violente, indignate, accorate, comunque mai banali, segnalano la radicale polarizzazione del paese fra pro e anti war e ci restituiscono un’immagine aggiornata e inconsueta di quello che l’America è diventata dopo l’undici settembre. Il documentario alterna le risposte degli intervistati, con la loro forte carica polemica e passionale, a immagini della guerra, a sequenze lampo rubate all’infinito e glorioso panorama geografico e urbanistico americano, i deserti della route 66, la luce dorata della Monument Valley, le periferie e i down town spettrali di tante città del Midwest.

La guerra: presente e prossimo futuro
SABATO 18 DICEMBRE, ORE 16
• La Quarta Guerra Mondiale, BigNoiseFilm, 2003, 70′
Il film ci propone le immagini e le voci della guerra che sta accadendo intorno a noi, dalle prime linee delle lotte in in America Latina, Africa, Medio e Estremo oriente al fronte settentrionale, da Seattle a Genova, passando per la Guerra del Terrore a New York e in Iraq. Prodotto di oltre due anni di riprese in molte parti del mondo con la partecipazione di tanti diversi operatori, La Quarta Guerra Mondiale è una storia radicale di speranza e cooperazione umana di fronte ad una guerra che frammenta e distrugge la nostra stessa umanità.

Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti