RAYYANE TABET. HIDDEN IN PLAIN SIGHT

RAYYANE TABET. HIDDEN IN PLAIN SIGHT

RAYYANE TABET

HIDDEN IN PLAIN SIGHT

30 ottobre 2018 – 26 febbraio 2019

La Galleria Franco Noero è felice di presentare HIDDEN IN PLAIN SIGHT, la prima mostra personale di Rayyane Tabet a Torino nello spazio di via Mottalciata. Per l’occasione Tabet ha realizzato un gruppo di sei opere nuove in cui accidentalmente si intrecciano le storie di un bar di Beirut, di una marca di birra poco conosciuta, di una fonderia a Torino, di un carattere diseg- nato nel 1934, di una serie di romanzi erotici e del più grande blocco di marmo che sia mai stato estratto a mano.

Il lavoro di Rayyane Tabet muove da oggetti e storie – spesso di natura personale – per addentrarsi in seguito in memorie e narrazioni a sé stanti. Influenzata dagli studi in architettura, l’opera di Tabet fa da contrappunto a quanto raccontato ufficial- mente, dando spunto a una lettura soggettiva di eventi storico-sociali tra i più rilevanti. Radicate in esperienza e ricerca diretta, le opere di Tabet fanno spesso uso di forme essenziali e minimaliste in modo da rivelare il potenziale che gli oggetti hanno di raccontare la propria storia.

Still life with neon, fridge and beer è un’installazione composta da una replica in scala 1:1 dell’insegna al neon “Torino Express” – un bar di Beirut il cui nome riporta ad un treno diretto a Torino – e di un frigorifero pieno di birre “Al Arz”. La marca è quella di una birra distribuita in Europa nei ristoranti, di dichiarata origine libanese ma che non si produce né si vende in quel paese. L’installazione descrive le caratteristiche di un bar “impossibile” in cui i due oggetti si incontrano e si attivano.

Arabic for all è un disegno murale basato su un foglio dimostrativo di un carattere chiamato Arabo Stretto, disegnato nel 1977 alla Fonderia Nebiolo di Torino subito dopo l’acquisizione della stessa da parte della FIAT, nel tentativo di aprirsi ai mercati emergenti del mondo arabo. Non conoscendo la lingua araba, il disegnatore del foglio dimostrativo lo ha realizzato mettendo i carartteri in sequenza casuale, senza nessun senso compiuto. Non ci furono ordini per il font e poco dopo la società dichiarò bancarotta. Arabic for all riporta il testo di prova senza alcun significato, traducendo le forme di un carattere mai realizzato, di una società chiusa da tempo, in un dipinto a parete di grande scala.

Road Trip è un’installazione composta da una poderosa sequenza di cartoline; costruita in un ambiente di grandi dimensioni, in essa si ripercorre la storia di un diverso carattere realizzato dalla Fonderia Nebiolo di Torino. Il Veltro è un font disegnato nel 1934, soprannominato Mussolini dagli stampatori dell’epoca per la somiglianza della sua M maiuscola con quella della firma del Duce. Rimarcabilmente il Veltro è stato per almeno trent’anni il carattere più utilizzato per le cartoline da viaggio prodotte in Italia. Negli ultimi anni Tabet ha collezionato un cospicuo numero di cartoline stampate con questo carattere. Road Trip trasforma la stanza centrale della galleria in un grande fregio narrativo tramite l’uso di un migliaio di queste cartoline, ordinate in sequenza tracciando le tappe di un viaggio ideale da Baalbeck in Libano fino a Piazza Carignano a Torino, attraversando tutte le venti regioni italiane.

A seguito del declino della stampa a caratteri mobili molte fonderie hanno venduto le loro attrezzature. Macchine e caratteri sono oggi parte degli archivi di tipografie specializzate. Veltro è un lavoro composto da una pila di posters da potersi portare via, realizzati impiegando un’intera polizza del carattere originale Veltro preso in prestito da uno studio grafico di Bologna – “Anonima Impressori” – e stampati da “Archivio Tipografico”, stampatore a caretteri mobili a Torino.

A Short History of Lebanon è una libreria appositamente disegnata per contenere tutti i 200 volumi dei romanzi SAS, una serie di racconti erotici “pulp” scritti tra il 1965 e il 2013 da Gérard de Villiers. A parte certe peculiarità – ad esempio che ognuno dei libri ha in copertina una donna con in mano una pistola – tutti i romanzi della serie contengono informazioni militari e civili assolutamente vere, delle quali de Villiers era a conoscenza dato il suo lavoro di giornalista. Si tratta quindi di opere di fan- tasia narrativa basate su accadimenti reali. Sei dei 200 racconti sono ambientati in Libano e furono pubblicati prima o subito dopo alcuni momenti rilevanti nella storia del paese. Per questo motivo queste storie offrono un modo alternativo di scrivere la storia del Libano, paese che invece dal momento della sua indipendenza nel 1946 non ha mai avuto un testo comunemente accettatto su di essa.

What Goes Around Comes Around, What Goes Up Must Come Down è un collage di cartoline trovate che ritraggono l’Obelisco Mussolini al Foro Italico. L’obelisco è stato realizzato con il più grande blocco di marmo di Carrara che sia mai stato cavato a mano, è alto 17 metri e pesa più di 300 tonnellate. Come suggerito dal titolo, questo lavoro termina la mostra ma allo stesso tempo ne rappresenta anche il punto di partenza, descrivendo letteralmente un cerchio che si chiude. Qualche tempo fa Tabet fu incuriosito da un articolo scritto negli anni ‘70 che gli è rimasto impresso: nell’articolo ci si chiedeva come grandi blocchi di pietra fossero stati posizionati nel corso della costruzione del tempio romano di Baalbeck, mettendo tutto questo in parallelo con I 72 buoi che erano stati impiegati a Carrara per movimentare il blocco di marmo. Dal momento in cui Tabet ha iniziato la sua ricerca scarti e rimandi tra Italia e Libano hanno continuato a susseguirsi.

Rayyane Tabet (1983, Achkout, Libano) è un artista che vive e lavora a Beirut. Il suo lavoro è stato parte di Manifesta 12 (2018), della 21esima Biennale di Sydney (2018), della 15esima Biennale di Istanbul (2017), della 32esima Biennale di San Paolo (2016) della sesta Biennale di Marrakech (2016), della dodicesima e decima Biennale di Sharjah (2015 e 2011) e della seconda New Museum Triennial (2012). Esposizioni personali gli sono state dedicate alla Kunstverein Hamburg, daadgalerie a Berlino, Witte de With Center of Contemporary Art a Rotterdam, Fondazione Antonio dalle Nogare a Bolzano, Museo Marino Marini a Firenze e TROUW ad Amsterdam. Nel 2019 sono in programma mostre personali presso Carré D’Art a Nimes, Para- sol Unit a Londra e al Metropolitan Museum of Art a New York.

Galleria Franco Noero
Via Mottalciata 10b Torino
martedì – venerdì 11-19
lunedì e sabato 15-19