SAM FALLS. SINE SOLE SILEO

SAM FALLS. SINE SOLE SILEO

SAM FALLS
SINE SOLE SILEO

29 maggio – 14 ottobre 2017

La Galleria Franco Noero è lieta di presentare sine sole sileo, la seconda mostra personale di Sam Falls a Torino per la quale l’artista ha realizzato, nell’arco degli ultimi tre anni, una nuova serie di opere su tela, fotografiche e video ispirate al tema dell’ombra.

“Il tempo racconta ogni tipo di storia e tiene in sospeso tutto il futuro. Possiamo solo intravedere i bagliori delle stelle che bruciano ad anni luce di distanza da noi. L’arte è qualcosa di simile, un po’ come curare un giardino perché cresca. Si lavora e poi si aspetta, si fa un passo indietro e poi si raccolgono i frutti, le piante vengono potate e le radici innaffiate. Il nostro cuore pulsa ad onde, il battito sale e scende, avvertiamo tutto questo, ma come possiamo invece noi essere come il sangue stesso?

 La natura può offrire una prospettiva in quello che è pura potenzialità. Le fotografie in bianco e nero di Ansel Adams sono sempre state d’ispirazione per me, per la loro sublime qualità e per la forza che spinge chi le guarda ad esplorare il lato più selvaggio della natura. All’opposto mi attrae la delicata e malinconica narrazione delle foto di Robert Adams, che parlano dell’uomo moderno, del disincanto riguardo al paesaggio Americano e della distanza da esso. Ho pensato, come potrei pormi in relazione, come potrei dirigere lo sguardo verso le foreste del mio paese in maniera simile, come potrei continuare un discorso artistico già iniziato e un interesse per la natura già coltivato, con una storia già ben documentata e un futuro incerto? Ho deciso di attraversare tutto il mio paese visitando i parchi nazionali e lavorando in essi, seguendo gli stessi principi fotografici di Adams e Adams, utilizzando però il pennello per tentare di inserirmi in quello stesso flusso sanguigno piuttosto che catturarne solo il battito.

 Come le fotografie queste opere sono tracce di luce, frutto di un’esposizione prolungata che sarebbe impossibile ottenere con una fotocamera – anziché 1/6 di secondo, esse catturano l’ombra di una pietra o di una pianta nativa nell’arco di sei ore. Cominciando a mezzogiorno, ho seguito l’ombra sulla tela di lino fino al tramonto, usando un nuovo colore per la linea successiva una volta completata quella che la precede. Inseguendo l’ombra con il pennello, queste tracce diventano meridiane organiche, immagini che catturano sia la transitorietà che la permanenza dei luoghi. Sono immagini di una luce e di una temporalità ripetutesi per secoli, come i legni pietrificati del Petrified Desert National Park, o in maniera più effimera, secondo la stagione, come le foglie decidue della Green Mountain National Forest.

L’esperienza di dar vita a queste opere mi ha regalato intimità e ispirazione, sempre sotto l’influenza del lento processo creativo proprio della fotografia di grande formato, che mi ha anche suggerito di catturare il soggetto all’inizio o alla fine della giornata con una fotocamera 8×10. Ho stampato le foto usando una pellicola a trasparenza positiva e le ho racchiuse in una cornice di rame modellata sul supporto della pellicola, e ho voluto poi che fossero appese alle finestre così da creare un’equazione di intimità. La luce del luogo e del tempo è rimasta impressa e ora via via rivive, dall’alba al tramonto, animata dalla luce naturale. Lo stesso sole è testimone del passato e insieme del futuro. Anche le sculture in legno e luce sono come tracce, ottenute questa volta usando il vetro e il gas del neon per delineare i contorni luminosi della silhouette di una persona distesa su una lastra di legno di forma irregolare, come se si compenetrasse nell’organicità del legno di sequoia. Ogni ritratto è quello di un amico con cui lavoro, adagiato sulle asperità delle lastre di legno che vengono da alberi caduti nella Redwood National Forest. Vecchi di secoli, trovano ora finalmente riposo e, in un certo senso si rende omaggio e si perpetua la loro storia di crescita tramite i gas naturali che scorrono nel vetro minerale.

L’obiettivo di questo insieme di opere è quello di cavalcare il battito del tempo geologico della natura e costruirne un’immagine, un ritratto, di luce e spazio mentre passa attraverso la vulnerabile stabilità delle riserve naturali in balia dei frenetici meccanismi di crescita dell’occidente.”

Testo di Sam Falls, 2016

Sam Falls (1984) vive e lavora a Los Angeles. Tra le sue mostre personali istituzionali ricordiamo: September Spring, The Kitchen, New York, Stati Uniti (2015); Ballroom Marfa, Marfa, Texas, Stati Uniti (2015); Fondazione Giuliani, Roma, Italia (2015); Zabludowicz Collection, Londra, Regno Unito (2014); Sam Falls: Light over Time, Public Art Fund, Brooklyn, New York, Stati Uniti (2014); Pomona College Museum of Art, Pomona, California, Stati Uniti (2014); LA><ART, Los Angeles, Stati Uniti (2013). Tra le mostre collettive: Kunsthalle Helsinki, Helsinki, Finlandia (2016); Wasteland,Mona Bismarck American Center, Parigi, Francia (2016); Another Minimalism: Art after California Light and Space, Mead Gallery, University of Warwick (2016) e Fruitmarket Gallery, Edinburgo, Regno Unito (2015); Splitting Light, UB Art Gallery, University at Buffalo, New York, Stati Uniti (2015); Apparition: Frottage and Rubbings from 1985 to Now, Hammer Museum, in collaborazione con The Menil Collection, Houston, Los Angeles, Stati Uniti (2015); Per_formare una collezione#1, Museo MADRE, Napoli, Italia (2014); A different kind of Order: The ICP Triennial, International Center of Photography, New York, Stati Uniti (2013). Il lavoro dell’artista è inoltre parte di alcune importanti collezioni, tra le quali: Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; Museum of Contemporary Art Los Angeles, Los Angeles; The Institute of Contemporary Art, Boston; The Allbright Knox, Buffalo, New York; Zabludowicz Collection, Londra.

Galleria Franco Noero

Sam Falls sine sole sileo

29 maggio – 14 ottobre 2017

Via Mottalciata 10/B Torino

lunedì e sabato 15-19

dal martedì al venerdì 11-19

www.franconoero.com