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]]>BIENNALE DELLA FOTOGRAFIA FEMMINILE
LEGACY
II ed. 3-27 marzo 2022
Mantova
La seconda edizione della Biennale Internazionale della Fotografia Femminile avrà luogo a Mantova dal 3 al 27 marzo 2022 confermando la direzione artistica di Alessia Locatelli, con il sostegno di Comune di Mantova e Provincia di Mantova. La prima edizione della Biennale prevista a marzo 2020, non si è potuta realizzare a causa della pandemia in corso. L’associazione la Papessa, ideatrice e promotrice del festival, è riuscita ad allestire alcune delle mostre previste nei mesi successivi e adesso torna, con ancora più slancio, con quella che è a tutti gli effetti la seconda edizione.
La riflessione di questa speciale ecizione ruota intorno a Legacy, un termine che riassume diversi concetti: significa Lascito, Eredità e tutto ciò che creiamo da trasmettere alle generazioni future. Proprio la prima, dolorosa, esperienza della Biennale 2020, ha suggerito il tema di questa edizione. Nell’epoca attuale, così carica di cambiamenti, il collettivo umano deve misurarsi con quello che gli è stato lasciato, agire con questo lascito nel presente per creare un futuro che sia forte ed equilibrato.
La BFF 2022 seguirà lo stesso format del programma originale della prima edizione, con grandi mostre di fotografe italiane e internazionali e numerose altre iniziative a corollario, tra cui una Open Call per il Circuito Off, letture Portfolio, workshop, presentazioni di libri, conferenze e proiezioni.
In una società in cui ancora non esiste una piena parità di genere e la cui storia è raccontata principalmente da uno sguardo maschile, occidentale ed eteronormato, anche la fotografia femminile e non binaria è quasi sempre sottorappresentata e troppo spesso stereotipata. Per questo la BFF ambisce a diventare un solido punto di riferimento, in Italia e a livello internazionale, con lo scopo di sensibilizzare il più possibile riguardo le tematiche di parità, uguaglianza e libertà di espressione e, al contempo, offrire un’opportunità per le suddette categorie, professioniste e non, di partecipare al mondo dell’arte contemporanea Molte delle fotografe presenti a Mantova espongono per la prima volta in una mostra personale in Italia; questo aspetto sottolinea l’importantissimo lavoro culturale e di ricerca – anche a livello internazionale – portato avanti da BFF.
LE ARTISTE
DANIELLA ZALCMAN
Signs of Your Identity
2016 – in corso
Daniella Zalcman è una fotografa documentarista vietnamita-americana e fondatrice di Women Photograph, un’organizzazione no-profit lanciata nel 2017 con un Archivio internazionale il cui scopo è elevare la voce delle donne e dei giornalisti visivi non binari. È plurivincitrice di bandi del Pulitzer Center on Crisis Reporting, borsista dell’International Women’s Media Foundation e beneficiaria del National Geographic Society. Il suo lavoro si focalizza sul lascito del colonialismo occidentale, dall’omofobia nell’Africa orientale, all’assimilazione forzata dei bambini indigeni del Nord America. Il progetto che espone alla BFF, Signs of Your Identity, nel 2017 ha vinto l’Arnold Newman Prize e il Robert F. Kennedy Journalism Award, e nel 2016 ha vinto il FotoEvidence Book Award e il Magnum Foundation’s Inge Morath Award, e ha fatto parte del Moving Walls 24 dell’Open Society Foundation.
SOLMAZ DARYANI
The Eyes of Earth (The Death of Lake Urmia)
2014 – in corso
Solmaz Daryani è una fotografa iraniana che lavora tra Iran e Regno Unito. Nei suoi progetti, unisce la fotografia documentaria allo storytelling, esplorando narrazioni personali che rivelano personaggi e scene delle comunità con cui si relaziona. I suoi lavori sono stati pubblicati, tra gli altri, nel National Geographic Magazine, Foreign Policy Magazine, British Journal of Photography, Le Monde Magazine, Woman Paper Visa journal, The American Scholar Magazine. Ha esposto in Europa, Medio Oriente e Nord America. The Death of Lake Urmia esplora l’impatto del cambiamento climatico sul paesaggio, l’economia locale, nonché sulla sua stessa famiglia e i loro ricordi.
FATEMEH BEHBOUDI
The War is Still Alive
2014 – in corso
Fatemeh Behboudi è una fotogiornalista e fotografa documentaria iraniana. Ha lavorato per diverse agenzie stampa e nel 2015 ha vinto il World Press Photo. Ha esposto in Nord America, Europa, Medio Oriente e Asia. The War is Still Alive è un progetto in corso che racconta gli effetti della guerra sul territorio, le comunità e le generazioni future.
TAMI AFTAB
The Dog’s in the Car
2019 – in corso
Tami Aftab è una fotografa londinese. Il suo lavoro tocca temi che parlano di intimità, e giocosità attraverso la ritrattistica. Nonostante la sua giovane età, è già borsista del Getty e il suo lavoro è stato pubblicato da Der Greif, Der Spiegel, British Journal of Photography, The Washington Post. The Dog’s in the Car è un progetto in corso in collaborazione con suo padre che ha perduto la memoria a breve termine a casa di un intervento chirurgico… Usando una voce giocosa, l’artista si interroga sui silenzi che possono circondare una malattia, sulla collaborazione e il consenso, sulla relazione famigliare muovendosi tra la fotografia documentale e performativa.
SARAH BLESENER
Beckon Us from Home
2017 – in corso
Sarah Blesener è una fotografa documentaria di New York. I suoi ultimi lavori sono una ricognizione sulle giovani generazioni in Russia, Europa orientale e Stati Uniti. Nel 2018, ha ricevuto l’Eugene Smith Fellowship. Nel 2019, il suo progetto personale ha ricevuto il primo premio nella categoria progetti a lungo termine del World Press Photo. Ha esposto in Nord America, Europa, Asia e Oceania. È stata pubblicata da The New Yorker, National Geographic, New York Ti mes, TIME Magazine, Newsweek, Wall Street Journal, The Washington Post, The Guardian, VICE, Der Spiegel. Nei campi patriottici e nei club degli Stati Uniti, a circa 400.000 bambini americani ogni anno viene insegnato cosa significa essere un americano, spesso con sottotesto militare. In questo microcosmo di una nazione che cambia, i giovani si trovano a cavallo tra la vulnerabilità dell’adolescenza e la contemporanea spogliazione dell’individualità. Beckon Us From Home esamina i temi che circondano l’interazione e l’identità adolescenziale, guardando alle problematiche derivanti da tali approcci educativi quali: l’ansia causata dalle sparatorie nelle scuole, il ruolo dei social media, l’empatia, l’impatto del diventare adulti in una nazione dai forti contrasti. L’artista desidera aprire un dialogo attorno a concetti che riguardano l’educazione delle future generazioni nelle accademie militari in USA e Russia. Come stanno rispondendo i giovani alla società contemporanea di fronte a tutti i cambiamenti nei sistemi di credenze e valori? In mostra anche Toy Soldiers, che si focalizza sulla Russia, investigando le dinamiche complesse che si muovono fra tradizione e ideologia nell’educazione dei giovanissimi militari. Il paragone tra i due progetti fotografici fa emergere molte interessanti affinità e osservazioni.
ILVY NJIOKIKTJIEN
Born Free
2007 – 2019
Ilvy Njiokiktjien è una fotografa e giornalista multimediale dai Paesi Bassi. Realizza i suoi progetti in varie parti del mondo, ma il suo lavoro si concentra prevalentemente in Africa. Come fotografa documentarista indaga attualità e tematiche sociali contemporanee. I suoi portfolio sono stati pubblicati sul The New York Times, Der Spiegel, NRC Handelsblad, Telegraph Magazinete e Stern. Durante il suo soggiorno in Sud Africa nel 2007, si è interessata ai born free (nati liberi), la prima generazione nata dopo la fine dell’APARTHEID Born Free è un progetto di ampia portata e a lungo termine.
MYRIAM MELONI
Insane Security
2012, 2013 e site specific for BFF 2022
Myriam Meloni è una fotografa italiana con base a Barcellona. Il suo progetto Fragile sui giovani dipendenti dal crack a Buenos Aires, è stato riconosciuto Patrimonio Culturale della Repubblica Argentina.
Ha incentrato il suo lavoro su tematiche sociali contemporanee attraverso un approccio intimo alla vita quotidiana. Ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali e ha esposto sia in Italia che all’estero. Insane Security parla degli abusi e della corruzione all’interno della polizia argentina, derivanti dal suo regime militare del passato. L’abuso della polizia diventa un mezzo di controllo sociale. Trova nella fascia più giovane e più povera della società il capro espiatorio perfetto di una società segnata da una profonda frattura di classe che separa e che non è in grado di dare soluzioni alla violenza che questo divario produce.
FLAVIA ROSSI
Nuovo Patrimonio
2018 – in corso
Flavia Rossi è una fotografa italiana con base a Roma e Milano. Ha vinto diversi premi e residenze in Italia e all’estero. I suoi lavori sono stati esposti in tutta Europa in diversi contesti inclusa la XV Biennale di Venezia nel 2016. Nuovo Patrimonio è: “uno studio sull’alterazione delle architetture storiche e sulla costruzione di un nuovo paesaggio temporaneo in cui le opere provvisionali diventano elementi stessi delle architetture”.
L’Italia ha un grande patrimonio in eredità e, a causa del tempo o per disastri naturali, gli edifici sempre più spesso necessitano di sostegni strutturali per evitarne il collasso. Sostegni che ne diventano parte integrante, andando così ad articolarsi in nuove architetture ibride. Possiamo intervenire in modo eguale su tutte le architetture del Paese? Come percepiamo questi cambiamenti? Come un patrimonio perduto, qualcosa di tempora neo, o una nuova Eredità?
ESTHER RUTH MBABAZI
This Time We Are Young
2017 – in corso
Esther Ruth Mbabazi è una fotografa ugandese. Come documentarista, Esther usa lo storytelling e il fotogiornalismo per affrontare tematiche che riguardano la società dell’Uganda attuale. È una National Geographic Explorer, una borsista del Magnum Foundation Photography & Social Justice e, contribuisce a Everyday Africa. I suoi lavori sono stati pubblicati sul New York Times, TIME Magazine, National Geographic, The Washington Post, Wall Street Journal. This Time We Are Young è una testimonianza in corso dei dati demografici in cambiamento nel continente africano, al Sud Sudan all’Uganda, al Kenya e oltre. Un nuovo futuro. Lei stessa scrive: “Questo progetto è un modo di collaborare con i miei coetanei, e di esplorare la mia realtà di crescere in Africa – le nostre speranze, le nostre sfide, il nostro futuro. Dopo tutto, saremo noi a definire il prossimo capitolo della storia di questo continente.”
DELPHINE DIALLO
Highness
2012 – in corso
Delphine Diallo è un’artista franco-senegalese. Si propone di sfidare le norme della nostra società e si immerge nel mondo dell’antropologia, della mitologia, esplora le religioni, le scienze e le arti marziali per un approccio più aperto della mente. Diallo, combina l’arte con l’attivismo, progettando modalità differenti in supporto alle donne, ai giovani e alle minoranze attraverso la provocazione visiva. Ha esposto in Europa e negli Sati Uniti; i suoi scatti, che combinano tradizione e modernità in un linguaggio raffinati, sono stati pubblicati sulle maggiori testate internazionali. Highness crea una serie di nuovi archetipi, immagini che hanno tratti di divinità arcaiche che incontrano elementi contemporanei, offrendo allo spettatore l’opportunità di interrogarsi sull’idea dei modelli da seguire.
BETTY COLOMBO
La Riparazione
2019/2020
Betty Colombo è una fotoreporter che lavora per diverse testate italiane ed estere ed è coinvolta nel Local Testimonial Project di Canon. Sue immagini sono state acquistate dal Centre Pompidou, dal Guggenheim e dal Museo d’arte Moderna di Stoccolma. Il tema principale del suo lavoro sono i viaggi, in un incontro tra luoghi, persone e fotografia.
Il rapporto tra uomo e natura è al centro delle quattro serie esposte alla Biennale della Fotografia Femminile una relazione colta nei suoi aspetti controversi e sorprendenti. L’uomo distrugge il pianeta e poi lo cura, entrambi si feriscono a vicenda per poi aggiustarsi. La simbiosi conflittuale tra persone e ambiente si palesa su differenti narrazioni: da un bosco colpito dal fuoco che rinasce con l’aiuto umano, alla cura di un animale ferito in seguito a quella stessa distruzione generata dai suoi salvatori. Il cambiamento può lasciare vita, ma anche morte. La lotta tra queste forze segna il confronto che passa attraverso il corpo della terra, i suoi alberi e il corpo umano.
LUMINA COLLECTIVE
Lumina è un collettivo australiano formato da otto fotografe. Insieme creano mostre e progetti che si focalizzano sulla società contemporanea, l’eredità della storia australiana e il riconoscimento della popolazione aborigena come abitanti autoctoni del territorio. Alla BFF esporranno una collettiva/ retrospettiva dei loro lavori.
TALK E CONFERENZE
Angelica Pesarini
Docente universitaria con un curriculum di studi e ricerca negli ambiti di studi di genere, sociologia, Sessualità, Razza e Imperialismo, Analisi Dati, Ricerca Qualitativa, e Design Research. Insegna in università americane e inglesi. Nei suoi saggi parla di colonialismo e post-colonialismo, lo sfruttamento di corpi neri, il tema della cittadinanza delle seconde generazioni in Italia. Insegna anche a Firenze alla New York University. Alla BFF parlerà dell’intersezione dei suoi studi in ambito di rappresentanza di minoranze.
Marilena Delli
Regista, fotografa e autrice italo-ruandese. Il suo lavoro è stato pubblicato su BBC, CNN, NPR, Rolling Stone, e si focalizza su artisti di nazioni sotto rappresentate come Rwanda, Malawi, Sudan del Sud, Pakistan, Cambogia e Romania. Marilena cura un programma radio in Italia dedicato ai discendenti di africani. Ha anche un podcast che ospita italiani di origine straniera che parlano di razzismo, musica e temi contemporanei. Nel 2020 la Repubblica ha scelto Marilena Delli come una delle “50 donne dell’anno”. Alla BFF parlerà delle seconde generazioni, collegandosi alla presentazione di Angelica Pesarini.
Ariam Tekle
Regista italiana nata da genitori etiopi, Ariam ha studiato Relazioni Internazionali all’Università di Milano e ha sviluppato un forte interesse per temi come l’immigrazione, la diaspora, il transnazionalismo l’integrazione e l’inclusione sociale. Alla BFF presenterà il suo documentario “Appunta mento ai Marinai”.
Barbara Bachman e Franziska Gilli
Bachman, giornalista, e Gilli, fotografa, hanno lavorato insieme per pubblicare il libro “Santa o Sgualdrina”, che parla del ruolo della donna nel nostro paese. Evidenziano le contraddizioni dell’immagine femminile in Ita lia, sospesa tra la concezione tradizionale dei ruoli di genere e la nascita di un nuovo movimento femminista. Al momento stanno girando l’Europa con la mostra fotografica e alla BFF presenteranno il libro e la loro ricerca.
Elisa Cuter
Elisa Cuter è critica cinematografica e autrice del saggio Ripartire dal desiderio (2020, minimum fax) che presenterà alla BFF. Editor della sezione Società della rivista il Tascabile, edita dall’Istituto Treccani, è dottoranda e ricercatrice alla Filmuniversität Konrad Wolf di Babelsberg. Negli anni ha collaborato con il Museo del Cinema di Torino, il Lovers Film Festival Turin LGBTQ Visions e la Berlin Feminist Film Week, ed è stata assistente alla direzione del Carbonia Film Festival – Cinema Lavoro e Migrazioni. Si è occupata di cinema e questioni di genere per varie testate come Doppiozero, Not, Filmidee e Cineforum, e suoi contributi sugli stessi temi sono apparsi in numerose riviste scientifiche.
Filippo Venturi e Grazia Dell’Oro
All’inizio della pandemia Venturi ha seguito un gruppo di donne in un percorso fotografico, inserito all’interno del Progetto europeo Shaping Fair Cities, rivolto a venti donne di nove nazionalità diverse che vi vono in Romagna e coinvolte dall’Associazione Between. Alla fine del per corso le foto sono state pubblicate in un libro intitolato “My Dear”, stampato da Emuse, gestita da Grazia Dell’Oro. Alla BFF Venturi e Dell’Oro presenteranno il libro e parleranno dell’importanza della fotografia come mezzo espressivo e dell’importanza della documentazione.
Marco Brioni e Grazia dell’Oro
Marco Brioni gestisce da anni l’associazione Frammenti di Fotografiaa Mantova, dedicata alla divulgazione della cultura fotografica attraverso conferenze, seminari, interventi ai vari festival, workshop.
Grazia Dell’Oro ha aperto la casa editrice Emuse dal 2014, ha studiato all’Università Ca’ Foscari frequentando il Master sull’Immigrazione e collabora con enti pubblici e privati nell’elaborazione di programmi di innovazione sociale in ambito nazionale ed europeo. Da anni ricerca e scrive sui temi legati all’immigrazione e ai cambiamenti sociali. Insieme presenteranno una serie di libri pubblicati da fotografe, parlando della loro importanza storica.
Stefania Prandi
Giornalista, scrittrice, fotografa, producer, membro di Women Photograph. Lavora su temi legati al genere, la società, l’ambiente. I suoi lavori sono stati pubblicati su numerosissime testate italiane e straniere. Alla BFF presenterà l’ultimo libro “Le conseguenze” che parla del femminicidio in Italia.
Patrizia Pulga
Fotografa, docente e autrice di “Le donne fotografe dalla nascita della fotografia ad oggi: uno sguardo di genere”. Ha recentemente pubblicato un nuovo libro che si concentra sulle fotografe del nord America ed Europa, dove è menzionata anche la BFF. Parlerà dei suoi libri, del valore della ricerca e del documentario.
Valeria Palumbo
Giornalista, storica delle donne, autrice teatrale e organizzatrice di eventi culturali, Valeria Palumbo è caporedattrice del settimanale Oggi (Rcs MediaGroup) e collabora con il Corriere della Sera e la Radio della Svizzera italiana. È stata caporedattrice centrale de L’Europeo e di Global Foreign Policy, ha lavorato per la Gazzetta dello Sport, il Corriere della Sera, Amica e Capital. È stata docente a contratto della Statale di Milano e dell’Università Carlo Bo di Urbino (2006-2021). Scrive saggi di storia delle donne dal 2003 (Prestami il volto, Selene, Premio Città delle donne). Tra gli ultimi: Piuttosto m’affogherei. Storia vertiginosa delle zitelle (Enciclopedia delle donne, 2018) e L’Epopea delle lunatiche. Storie di astronome ribelli (Hoepli, 2018). Del 2020, Non per me sola (Laterza). Del 2021, per Neri Pozza, La donna che osò amare sé stessa. Indagine sulla Contessa di Castiglione.
In questa edizione la BFF presenterà le fotografe vincitrici del Premio FOTOGRAFIA AL FEMMINILE BRESCIANI VISUAL ART avendo preso parte alla giuria dell’edizione 2021.
Il premio desidera sollecitare tutte le fotografe a scrivere con le loro immagini il racconto del coraggio, della fantasia, del non visibile, della curiosità, dell’estrosità di cui sono capaci, attingendo alla loro storia e a ciò che quotidianamente osservano e vivono per descrivere quali siano oggi gli spazi conquistati, le zone buie, i desideri inseguiti, gli orizzonti sognati.
Daniella Zalcman, Tami Aftab, Ilvy Njiokiktjien, Flavia Rossi, Betty Colombo, Myriam Meloni saranno presenti al festival con le loro mostre e ciascuna terrà un talk.
WORKSHOP
Letizia Battaglia
Fotografa affermata a livello internazionale per il suo lavoro di documentazione della vita in Sicilia con un focus sulla mafia. Dal 2017 promuove Il Centro Internazionale di Fotografia di Palermo. Alla BFF guiderà un workshop per sole donne sulla fotografia di nudo.
Filippo Venturi
Venturi è un fotografo documentarista che ha pubblicato su varie testate nazionali e internazionali. Realizza progetti su problematiche riguardanti l’identità e la condizione umana.
Simona Ghizzoni
Simona Ghizzoni è un’artista visiva e attivista dei diritti delle donne. Conosciuta principalmente per i suoi lavori autobiografici e gli autoritratti, si concentra sulla relazione tra persone e natura e temi sociali. Ha ricevuto numerosi premi internazionali e i suoi lavori sono stati esposti in tutta Europa. Alla BFF guiderà un workshop sull’autoritratto.
Lomography Walk
Lomography Italia donerà macchine a pellicola usa e getta di loro produzione a un gruppo di partecipanti che sarà guidato dallo staff della BFF in una camminata fotografica nelle vie del centro storico di Mantova.
PROIEZIONI
In collaborazione con Sky Arte la serie di otto puntate intitolato “Le Fotografe”: otto fotografe italiane e il loro lavoro. Le puntate saranno proiettate nei fine settimana della BFF e dopo ciascuna proiezione seguirà un talk.
PRESENTAZIONI
ll Sublimista è una rivista letteraria e di cultura nonché media partner della BFF. Contribuirà con interviste alle artiste e durante i giorni di apertura del festival presenterà il proprio progetto.
Mulieris Magazine è un progetto costituito da giovani fotografe che mirano a promuovere progetti artistici su tematiche contemporanee e del mondo femminile. Oltre a conferire uno dei premi della “Open Call” presenteranno il loro progetto nel fine settimana di apertura.
Biennale della Fotografia Femminile
LEGACY
3-27 marzo 2022, Mantova
Inaugurazione dal 3 al 6 marzo, mostre aperte in tutti i fine settimana del mese.
[email protected]
www.bffmantova.com
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]]>L'articolo Biagio Vellano proviene da emanuelabernascone.com.
]]>a cura di Carla Bertone
in collaborazione con Giuseppina Clemente
16 settembre – 3 ottobre 2021
Inaugurazione 16 settembre ore 17-19.30
Palazzo Saluzzo Paesana
Torino
Il 16 settembre inaugura a Palazzo Saluzzo Paesana Biagio Vellano. Opere dal 1950 al 2007, settanta opere suddivise tra materici e pastelli che si propone di illustrare il lavoro e la vita di un artista che è stato una mosca bianca nel panorama artistico della seconda metà del Novecento.
Biagio Vellano ha consapevolmente scelto di non mettersi sul mercato, per mantenere la libertà e la purezza che hanno sempre contraddistinto la sua espressione artistica. Una scelta difficile per un creativo a cui in vita è mancato il riscontro della critica, il consenso e la notorietà, ma che ogni volta che ha prodotto un’opera destinata alla comunità ha potuto tastare il grande apprezzamento del pubblico.
La sua è una poliedrica produzione, diverse espressioni di una costante ricerca di armonia tra materia, forma e colore. In mostra a Palazzo Saluzzo Paesana i materici e i pastelli. I secondi, la produzione più recente, sono caratterizzati da un lirismo cromatico che enfatizza le tematiche: blu nei melancolici paesaggi, rossi decisi e rosa carne per indulgere sulle morbide forme femminili, ad ogni tema corrisponde un colore, numerose tipologie di pastelli che danno vita a un mondo intimo e vibrante.
Mentre i materici, il corpus più importante dell’esposizione, sono lavori carichi di stratificazioni, di sedimenti, costituiti da materiali vari, funzionali al racconto. Il risultato richiama superfici naturali: alberi, rocce, terre. Su queste Vellano interveniva con vinavil e materiali plastici attraverso la combustione con il cannello, producendo così colature poi rifinite e colorate con terre naturali per mettere in evidenza le sedimentazioni materiali. I materici rappresentano un aspetto ecologico molto importante perché imitano la natura riutilizzando materiali di scarto e di riciclo.
In mostra saranno presenti i materiali, egregiamente conservati, che Vellano era solito utilizzare così come parti del suo studio, compreso il manichino ricevuto da Casorati. L’esposizione sarà fruibile a diversi livelli, con anche una parte dedicata ai visitatori più piccoli grazie alla ricostruzione di un tronco scavato dalle formiche carpentiere, l’osservazione delle quali è stata un grande motivo di spunto per l’artista.
La produzione di Vellano è estesa e articolata: presepi, fotografie, disegni, acquerelli, pastelli, acrilici, tempere e materici-scultura; iniziò giovanissimo con disegni, tempere e acrilici per dedicarsi poi, verso la fine degli anni ’80, a opere materiche, piccoli quadri all’inizio e poi con dimensioni sempre maggiori che lo impegnarono non solo emotivamente ma anche fisicamente. Vellano cercava di ricostruire il mondo naturale che ammirava, la perfezione della natura dove amava perdersi; il risultato sono opere uniche, microcosmi perfetti, materia viva e alchimia. Riflettono l’anima dell’autore e si sono portati via anche un pezzo del suo corpo perché i fumi e le esalazioni che ha respirato mentre caparbiamente bruciava e fondeva i materiali ne hanno intaccato i polmoni, rubandogli un pezzo di vita. Ma Biagio Vellano era ed è questo: un uomo la cui vita è stata indissolubilmente legata all’arte, la creatività lo attraversava, era parte di lui, e l’ha accompagnato sino all’ultimo giorno.
Biagio Vellano nasce a Trino (VC) il 16 agosto 1928 e muore a Brusaschetto, frazione di Camino Monferrato (Al), il 23 luglio 2008.
Sin da bambino manifesta attitudine al disegno, amore per le arti figurative e grande passione nell’allestire piccoli presepi, manufatti con i materiali più disparati, un soggetto che reitererà per tutta la sua vita. Conclusi gli studi liceali frequenta assiduamente gli ateliers dei pittori Casorati e Tozzi con i quali instaura un rapporto di amicizia. Nei primi anni ’50 inizia l’attività di grafico, progettista e designer e, a partire dagli anni ’60, quella di arredatore d’interni, per privati, hotel e attività commerciali, lavorando in tutta Italia soprattutto a Venezia e a Brusson, in Valle d’Aosta, località a lui particolarmente cara dove è solito trascorrere lunghi periodi ogni anno e dove ha realizzato i suoi più bei materici. Negli anni ’50 e ’60 realizza presepi nella chiesa parrocchiale di Camino Monferrato e a Trino, nella chiesa di San Giovanni Battista, dov’è tuttora visitabile. Per tutta la vita si dedicò allo studio approfondito delle arti figurative, nei suoi molteplici aspetti, dall’arte primitiva sino a quella contemporanea, con letture costanti sulla biografia e sugli scritti dei grandi maestri. Amò e apprezzò soprattutto Giotto, Piero della Francesca e la grande pittura del ‘400 e del ‘500.
Biagio Vellano. Opere dal 1950 al 2007
a cura di Carla Bertone
con la collaborazione di Giuseppina Clemente
16 settembre – 3 ottobre 2021
Inaugurazione 16 settembre ore 17-19.30
Palazzo Saluzzo Paesana
Via della Consolata 1 bis, Torino
giovedì – domenica 15.30- 19.30
ingresso gratuito
www.biagiovellano.com
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]]>FUTURA. I domani della fotografia
30a edizione | 10.11.12 settembre 2021
mostre visitabili anche il 18.19 settembre e il 25.26 settembre
Savignano sul Rubicone
La trentesima edizione del SI FEST inaugura il 10 settembre, per un intenso fine settimana durante il quale Savignano sul Rubicone ospiterà grandi ospiti italiani e stranieri. Arno Rafael Minkkinen illustrerà il progetto Uguale ma diverso. Same But Different, con le sue fotografie senza tempo, in cui la figura umana si fonde con il paesaggio selvaggio e naturale, per ribadire che l’uomo non è altro che una parte infinitesimale di un ecosistema complesso, mentre Esther Horvarth racconterà della più grande spedizione artica di tutti i tempi con le sue immagini potenti che ritraggono l’epicentro del riscaldamento globale nell’Artico.
Il difficile e fondamentale rapporto con la Natura è al centro della tematica che questa edizione del Festival vuole indagare, un’edizione speciale in occasione del trentennale che ci spinge a riflettere non tanto sul passato, quanto sul presente e il futuro della fotografia. Per sottolineare questa visione il direttore artistico, Denis Curti, ha titolato l’edizione 2021 FUTURA. I domani della fotografia. FUTURA al femminile dunque, come tanta fotografia di oggi e di domani, ma anche FUTURA senza distinzione di genere, alla latina, come il plurale delle cose destinate a esistere e pronte a venire alla luce. Da sempre la fotografia è stata lo strumento prediletto per sondare, scoprire e portare alla luce ciò che non era ancora evidente ai più, per portarci in mondi lontani o anche solo per rivelare la verità nei mondi a noi vicini.
Ad illustrare il ruolo di un punto di vista femminile ci sarà più di un’interprete, tra le altre le fotografe della mostra Uno sguardo sul domani, realizzata in collaborazione con la Biennale della Fotografia Femminile e curata da Alessia Locatelli che si interroga su temi strategici per un mondo diverso e possibile: la natura e il paesaggio, la migrazione forzata, l’umanità futura che si troverà a gestire le sorti del pianeta. Ma anche il lascito generazionale di cinque grandi fotografe raccolto da Elisabetta Rasy ne Le indiscrete che aprirà la serata inaugurale in una conversazione con Denis Curti.
Il trentennale vuole essere un’occasione di riflessione dunque, sollecitata anche dagli eventi dell’ultimo anno e mezzo, per capire come l’umanità, ma soprattutto quale umanità, possa essere degna di abitare un mondo che non si assoggetta più alle leggi dell’uomo e alla sua invasiva e ingombrante presenza.
Presenza testimoniata dalle pagine di giornale che sono parte integrante della mostra 30×30, trenta eventi selezionati insieme a la Repubblica completata con le immagini di Reuters per raccontare i fatti più significativi accaduti in Italia e nel mondo dalla prima edizione del Si FEST nel lontano 1992 ad oggi. O dalle immagini della mostra Luce in archivio realizzate nel corso delle passate edizioni del festival: una panoramica tra prime edizioni del festival, backstage, momenti più significativi e fondi fotografici acquisiti negli ultimi trent’anni grazie ai numerosi fotografi che sono passati dalla piazza di Savignano e ai censimenti fotografici che hanno ritratto la vita della cittadina che, più di ogni altra in Italia, è stata oggetto di studio e testimone dell’evoluzione della società attraverso le immagini.
E sempre attraverso le immagini, questa volta quelle vincitrici di Reset, a Savignano verrà raccontata la società contemporanea; la call è stata indetta da Sistema Festival Fotografia, formato da cinque festival di fotografia italiani – Cortona On The Move, Festival della Fotografia Etica (Lodi), Fotografia Europea (Reggio Emilia), Photolux Festival (Lucca) e SI FEST (Savignano sul Rubicone) – che si sono uniti per dare vita a una piattaforma di progettazione comune. I risultati della call lanciata nell’ambito del bando pubblico Strategia Fotografia 2020, indetto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC), saranno in mostra a Savignano: tre progetti fotografici e un paper. L’Italia è oggetto di grandi cambiamenti: sfruttamento del territorio, urbanizzazione, spopolamento, gentrificazione, sostenibilità e nuovi modelli di sviluppo economico sono fenomeni già oggetto di studio. La pandemia ha accelerato queste macro-tendenze, ma ha fatto emergere anche altre criticità, ridefinendo il concetto stesso di territorio e relazione tra cittadini. Reset si è proposta di studiare questi temi e avviare un’analisi dell’Italia contemporanea attraverso il linguaggio fotografico.
Le giornate inaugurali del festival saranno ricche di appuntamenti: incontri, talk, proiezioni, letture portfolio e visite guidate; Savignano sul Rubicone come ogni anno torna al centro dell’interesse di tutti gli appassionati di fotografia e si riprende il ruolo che da trent’anni a questa parte ricopre unendo fotografia alta e bassa, esperti e amatori, tradizione e innovazione, non sottraendosi alla responsabilità che le spetta di illustrare lo stato dell’arte della fotografia in Italia.
SI FEST è un’iniziativa del Comune di Savignano sul Rubicone, realizzata dall’Associazione Savignano Immagini, promossa e sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio del Comune di Rimini, in collaborazione con il Dipartimento delle Arti – Università di Bologna.
30° SI FEST
FUTURA. I domani della fotografia
Inaugurazione 10 settembre 2021
Mostre aperte 10.11.12, 18.19 e 25.26 settembre
Savignano sul Rubicone (FC)
Biglietteria e ingressi
I biglietti per il festival sono acquistabili presso Piazza Borghesi.
Pass per tutte le mostre, ingresso illimitato: 15 euro
Biglietto intero per un singolo accesso a tutte le mostre: 10 euro
Biglietto residenti a Savignano sul Rubicone: 5 euro
Biglietto per under 12: gratuito
La partecipazione alle visite guidate e ai talk è gratuita per i visitatori muniti di biglietto.
In concordanza con le nuove disposizioni governative (DPCM del 23 luglio 2021) in materia di contrasto al Covid-19 sarà obbligatorio per i visitatori dai 12 anni in su esibire il Green Pass corredato da un valido documento di identità o essere risultati negativi a un test molecolare o antigenico rapido effettuato nelle ultime 48 ore.
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]]>Sabrina Rocca
a cura di Monica Trigona
Organizzazione Nazioni Unite ONU, Torino
27 maggio – 7 novembre 2021
In un momento così difficile incerto, mentre i margini del perimetro della nostra autonomia si restringono sempre più e l’idea di viaggiare pare un ricordo lontano, Sabrina Rocca riesce a portarci lontano con la mostra allestita al Campus ONU di Torino. Senza uscire dai confini della città visitando la mostra ci troviamo catapultati in una zona altra, in un luogo che ne racchiude tanti, come la popolazione di tante e diverse origini che lo frequenta.
Con la mostra Go Goals together,dal 6 maggio al 17 luglio, l’artista affronta il tema dei Sustainable Development Goals, i 17 obiettivi interconnessi definiti dall’ONU nell’Agenda 2030 per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti https://sdgs.un.org/goals. Rocca non si accontenta solo di farci uscire dalla nostra comfort zone portandoci letteralmente in giro per il mondo all’interno del Campus ONU, ma ci mette di fronte agli obiettivi sottoscritti dai 193 Paesi per realizzare un mondo più a misura d’uomo, sottolineando così che, esattamente come nel caso di questa pandemia da Covid-19, i risultati si raggiungono soltanto con l’impegno collettivo.
Sabrina Rocca è un’artista che vive il nostro tempo con apertura mentale e curiosità, vivendo l’arte come impegno sociale. Attinge dalle immagini del web, dà lei stessa forma alle notizie che giungono dal mondo e adopera i suoi scatti per creare “manifesti pittorici” dal forte impatto estetico ed emotivo.
Le sue composizioni rivelano immediatamente l’attitudine a traslare con bella pittura – di matrice iperrealista – un repertorio iconografico che proviene dal contesto urbano quanto dalla sua visione personale della contemporaneità globalizzata e multietnica. Le “frivolezze grafiche”, mutuate dal modo del fumetto, memore delle affiches d’antan, rafforzano quei messaggi scritti, così lapidari e giusti, che s’affacciano nei suoi quadri.
I protagonisti di quest’ultimi sono sicuramente i bambini, simboli di purezza e innocenza, resi amabili “testimonial” di un attivismo proteso al raggiungimento di diritti essenziali. Attraverso azioni minime, pose semplici e dirette, atteggiamenti inequivocabili loro inneggiano alla lotta alla povertà e ai conflitti bellici, al conseguimento di un’istruzione di qualità, al raggiungimento della parità di genere e della giustizia sociale in generale e alla salvaguardia del pianeta con sguardo incantato e disarmante.
La nota amara di fondo, sebben non palesata, fa tacitamente da background a ogni raffigurazione. Le opere di Sabrina Rocca mancano di sfondi prospettici, sostituiti da screensaver pittorici, e ciò le rende simili a dei manifesti. Sembra che una mano attenta emuli la struttura e la disposizione interna degli elementi della réclame per realizzare composizioni vivaci e dettagliate. Il dubbio di trovarsi dinanzi ad una tela o a un fotomontaggio è avvalorato dalla maestria nella resa di lineamenti e fattezze e dalla sensazione che l’artista abbia “colto l’attimo”, come da effetto fotografico. I colori squillanti, la centralità del soggetto principale e l’attenzione per i suoi particolari rivelano una presa di posizione che non lascia spazio ad alcuna interpretazione.
Rocca coglie la sfida dell’arte odierna senza giungere a compromessi: le sue immagini vogliono lasciare un segno che non duri un istante tra una manifestazione e l’altra di lavori sempre più impattanti.
Le opere in mostra al Campus ONU parlano direttamente al visitatore e riescono a tradurre i sustainable development goals dell’Agenda 2030 in qualcosa che si comprende con immediatezza e, sembra quasi, con un sorriso. Gli obiettivi non sembrano poi così irraggiungibili se li si osserva attraverso lo sguardo di Sabrina Rocca, spesso sono i bambini a mostrarceli e spiegarceli nelle sue opere e a questo punto non ci resta che pensare che forse davvero ce la possiamo fare perché, in fondo, è un gioco da ragazzi.
Go Goals Together
Sabrina Rocca
27 maggio – 7 novembre 2021
Campus ONU, Viale Maestri del Lavoro 10, Torino
martedì – domenica dalle 10 alle 19
Su prenotazione: [email protected]
A questo link per scaricare le immagini ad alta definizione.
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]]>#Supplemento
ll MACRO presenta Bootlicker Suite, una mostra in realtà aumentata per dispositivi mobili concepita dallo scultore americano, Darren Bader.
La mostra fa parte della sezione SUPPLEMENTO di Museo per l’Immaginazione Preventiva e si compone di una serie di sculture che possono essere attivate dal pubblico tramite dei codici QR posizionati su appositi poster disposti in vari luoghi delle città partecipanti.
Partendo da Roma il 12 aprile, la mostra migrerà per l’Italia, espandendosi in collaborazione con: Galleria Franco Noero a Torino; MEGA a Milano; bruno a Venezia; Fondazione Morra Greco a Napoli.
Risultato di due anni di progettazione, le sculture in realtà aumentata che compongono Bootlicker Suite sono state concepite da Bader in seguito al suo incontro con il leggendario artista itinerante Scott Mendes, avvenuto nel 2018 a Venezia.
Scott Mendes:
Scott Mendes fu avvistato l’ultima volta nella penisola nel 2018. Fu proprio in quell’anno, nel corso dei preparativi per la Biennale di Venezia del 2019, che Bader incontrò Mendes a Campo Santo Stefano. Mendes vendeva degli schizzi ad acquarello della sua serie di “Notturni” veneziani. Bader ne fu subito colpito e acquistò immediatamente tutti e diciotto gli acquarelli.
Partendo da questi, cominciò a lavorare per dare vita a queste visioni Mendesiane, a questi Notturni, per la Biennale in arrivo. Bader decise che la realtà aumentata fosse il medium ideale, e cominciò così a lavorare a stretto contatto con un team di programmatori per creare la miglior realtà aumentata mobile possibile. Purtroppo quando si aprì la Biennale, le sculture in realtà aumentata furono introvabili: i requisiti tecnici erano ancora poco funzionali. Bader non aveva alternativa che far diventare ‘underground’ il suo progetto su Scott Mendes (Mendes Mundi).Dopo due anni, con il supporto del MACRO (in collaborazione con Fondazione Morra Greco, Galleria Franco Noero, MEGA, e bruno) Bader e Mendes tornano in Italia per la prima di Bootlicker Suite, un’esperienza in realtà aumentata per dispositivi mobili. I poster di Bootlicker Suite, si trovano in vari luoghi su Roma, Torino, Milano, Napoli e Venezia. Scansionando il codice QR si aprirà una collezione di personaggi in realtà aumentata.
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]]>FUTURA. I domani della fotografia
30° edizione | 10.11.12 settembre 2021
mostre visitabili anche il 18.19 settembre e il 25.26 settembre
Savignano sul Rubicone
Savignano sul Rubicone (FC), 29 marzo 2021 – Quella del 2021 è un’edizione speciale per il SI FEST che a settembre celebrerà i suoi primi 30 anni con una grande festa della fotografia: le immagini, le storie e le parole raccolte nel lungo cammino dal più longevo festival italiano di fotografia sono il trampolino di lancio di una tappa che segna il passo, non si accontenta di guardare al passato, ma punta il suo obiettivo al futuro.
A sottolineare l’indirizzo del trentennale del Festival il titolo che il direttore artistico Denis Curti ha coniato per questo straordinario compleanno: FUTURA. I domani della fotografia.
SI FEST è un’iniziativa del Comune di Savignano sul Rubicone, in collaborazione con l’Associazione Savignano Immagini, promosso e sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio del Comune di Rimini, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita – Università degli studi di Bologna.
Il Sindaco di Savignano sul Rubicone Filippo Giovannini commenta così l’attesissima, prossima edizione: “Questo è un anno speciale per la fotografia a Savignano; festeggiamo i 30 anni del SI FEST, 30 anni di fotografia, indagine, racconto, identità. Non possiamo svelare tutto ora, non sarà una celebrazione, ma con lo sguardo in camera scruteremo l’orizzonte più lontano per raccontarvi come vediamo la fotografia di oggi e domani. Succederà in modo unico e per la prima volta non saremo solo noi a farlo.”
Come accade dal 1992, il SI FEST ancora una volta chiama in piazza tutto il mondo della fotografia facendo dialogare la storia col presente attraverso nuovi modi di raccontare per immagini. Perché ora più che mai, in un periodo storico così incerto e mutevole, questo resta il mezzo più efficace per fissare e trasmettere emozioni.
Dal 10 al 26 settembre 2021 il SI FEST chiama dunque a raccolta tanti protagonisti della fotografia italiana e internazionale: chi la pratica ogni giorno e chi la valorizza, la commenta, la studia, la ammira e la promuove. Insieme a loro, gli abitanti di Savignano sul Rubicone, una città che ha fatto dell’arte fotografica una passione collettiva e un prezioso strumento di indagine del territorio. Mostre storiche e inedite, incontri con protagonisti di ieri e di oggi, dialoghi con altri festival, atelier, iniziative speciali, proiezioni e nuovi progetti video si incrociano in un programma che, come la piazza di Savignano, si apre a strade provenienti da diverse direzioni. Al centro – come avvenne per la prima volta in Italia proprio a Savignano in quel primo caldo weekend di luglio del 1992 e da allora sempre si ripete – le letture portfolio, occasione di incontro e di scoperta che ha fatto la storia del festival.
30° SI FEST
FUTURA. I domani della fotografia
Inaugurazione 10 settembre 2021
Mostre aperte 11.12, 18.19 e 25.26 settembre
Savignano sul Rubicone (FC)
[email protected]
www.sifest.it
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