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]]>Palazzo Bertalazone di San Fermo
10-11-12 dicembre 2010
Inaugurazione 9 dicembre ore 18
La sola critica definitiva è la creazione.
Maurice Lemaitre
La Libreria Freddi in collaborazione con Allegretti Contemporanea presenta a Palazzo Bertalazone la mostra Maurice Lemaître Peintures de l’enfer. Lemaître è artista, scrittore, poeta e regista e per la prima volta espone a Torino una personale che sarà l’occasione per ammirare oltre trenta tele (dagli anni ’60 ad oggi) che ripercorrono il suo intero percorso creativo, una variegata e ricca scelta di libri (da quelli autoprodotti con ciclostile o fotocopie, a quelli di lusso per i bibliofili) e di riviste. Non mancheranno infine le proiezioni di alcuni suoi film, primo fra tutti quel Le film est déjà commencé? (1951), capostipite di tutto il cinema d’avanguardia della seconda metà del ventesimo secolo. Tuttora la programmazione di questo film è un evento performativo che non potrebbe sussistere senza la partecipazione dello spettatore provocato dall’artista a reagire ed interagire divenendo parte fondante di un singolare show-creazione live. Con quest’opera, così come con “Sculpture inimaginable” del 1964 Lemaître anticipa dunque l’happening e l’arte concettuale.
Lemaître, teorico del movimento lettrista, non smise mai, dal suo incontro con Isou nel lontano dicembre 1949 la sua attività creativa e la diffusione nel mondo intero del lettrismo. Forte dell’ottimismo dato dall’idea che “la creazione e la conoscenza non si possono fermare”, ha continuato ininterrottamente a produrre quadri, sculture, fotografie, opere letterarie, poetiche, teatrali, cinematografiche, a progettare riviste, splendidi libri, legature, testi autoprodotti su qualsiasi aspetto dell’economia, della politica, della filosofia. Una vita spesa interamente nella creazione per raggiungere l’agognato mondo nuovo, la “società paradisiaca”, basata su valori antitetici a quelli della società esistente.
L’ attività creatrice dell’autore, pur restando costantemente legata al nucleo dell’elaborazione teorica lettrista, incentrata appunto sulla lettera come materiale poetico, musicale e plastico, si è diramata con originalità in ambito letterario, filmico, pittorico, fotografico, producendo opere come “Le film est dejà commencé?” (1951) o “Sculpture inimaginable” (1964) che preannunciano
rispettivamente l’happening e l’arte concettuale. Lemaître è senz’altro l’autore più prolifico e il teorico maggiormente autorevole dal 1951 del movimento lettrista.
Il cinema lettrista si basa sullo scorporamento e il conseguente spiazzamento di tutti gli elementi topici del linguaggio cinema, distruggendone ogni ipotesi narrativa tradizionale e l’effetto-realtà. Lemaître chiama in causa direttamente il materiale, in funzione di uno straniamento dello spettatore. Lemaître è un autore di cinema che ha molto a che fare con la comunicazione e le sue strutture: tuttora la programmazione di “Le film est dejà commencé?” è un evento performativo collettivo improbabile e imperdibile che non potrebbe però sussistere senza la partecipazione dello spettatore provocato sino all’eccesso dall’artista e dalla sua combriccola a reagire divenendo parte fondante di un singolare show-creazione live.
Maurice Lemaître
Peintures de l’enfer
Palazzo Bertalazone di San fermo
10-11-12 dicembre 2010
Inaugurazione giovedì 9 dicembre ore 18.00
venerdì e sabato ore 15.00 -19.00
domenica ore 10.00 – 12.00
Via San Francesco d’Assisi 14, 10122 Torino
tel +39 0115069646/fax +39 011 5538799
[email protected]
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]]>«La fotografia ha un ruolo strumentale.
Essa è un mezzo efficace e fedele per visualizzare le mie domande
sull’esistenza umana. È un reportage della mia rivolta personale. La fotografia
mi permette di manifestare i miei desideri di libertà».
Michele Zaza
Dal 18 dicembre 2010 al 15 gennaio 2011 la Galleria Allegretti Contemporanea ospiterà la personale di Michele Zaza Apparizione cosmica, una ventina di opere tra installazioni, immagini e video.
Attraverso l’utilizzo di una fotografia
intesa come mezzo per fissare le proprie riflessioni esistenziali, Zaza si
concentra sul corpo – in particolare sul volto, suo e dei suoi famigliari – per
elaborare una speculazione intellettuale e dunque attivare un percorso
emozionale per immagini che arriva a trascendere la dimensione del soggetto
rappresentato, comunicando così un messaggio universale.
All’interno della ricerca dell’artista,
il corpo e il volto diventano il fulcro, l’interfaccia con il mondo, lo schermo
su cui proiettare il risultato della propria astrazione. Per questa ragione, il
corpo ma soprattutto il volto si trasfigura. È dipinto di blu per indicare
un’idea di trascendenza, di bianco per focalizzare un punto di energia vitale,
di marrone per manifestare un legame con la terra, di nero per segnare una zona
di silenzio. Nell’universo dei simboli che Zaza viene man mano elaborando,
esiste dunque un codice cromatico: tanto che i volti presenti nelle sue opere
sono assimilabili a vere e proprie icone, ritratti sospesi nel tempo e nello
spazio, autentiche proiezioni di una spiritualità.
Attraverso un utilizzo della luce mirato
ad una teatralità estrema, Zaza fa dunque emergere i volti da uno sfondo scuro
e misterioso, come nell’opera Cielo abitato, 1985, lavoro incentrato sui volti
di Michele e di sua moglie Teresa illuminati da una luce caravaggesca.
I corpi e i volti ritratti nella mostra
Apparizione cosmica si nutrono di forme plastiche, spesso in legno, di elementi
cosmici archetipici, all’interno di una libera creatività che tutto reinventa e
al tempo stesso tutto promuove. È nella rappresentazione di un nuovo antro
misterioso del vivente che si trova la possibilità di un universo immaginario,
fatto di volti dorati, a volte con parti dipinte di azzurro, che appaiono e
scompaiono nell’oscurità segreta dello spazio, volti animati dall’intrecciarsi
di mani dipinte, sicuri di voler abitare con assolutezza una propria dimora
cosmologica materiale e psichica. Un cosmo dove si sedimentano segni e simboli
– le molliche di pane e il colore del cielo, le forme, le sculture e i gesti
del corpo nei video o nelle foto. Un processo di visione onirica sviluppato
nelle sembianze di un habitat umano trasformabile, capace di rigenerare
l’invisibile quanto il potenziale visibile.
Una rappresentazione che mette insieme
terra, cielo, uomo, coscienza. Una sorta di paradiso perduto dell’infanzia e
della bellezza che permette una favola antropologica ritrovata, dove l’essere
va oltre se stesso.
In occasione della mostra sarà
pubblicato da Christian Maretti Editore un volume antologico (a cura di
Allegretti Contemporanea e Palazzo Bertalazone) sulla ricerca di Michele
Zaza con particolare riferimento alle opere in mostra alla Galleria Allegretti
con testi inediti di Daniel Marzona, Rainer Michael Mason, Gianluca Ranzi.
CENNI BIOGRAFICI
Michele Zaza nasce a Molfetta il 7
novembre del 1948. Frequenta l’Istituto d’Arte di Bari e nel 1967 s’iscrive al
Corso di Scultura di Marino Marini all’Accademia di Belle Arti di Brera di
Milano, dove consegue il diploma nel 1971.
La ricerca di Zaza muove essenzialmente
dall’idea che “l’arte non offre possibilità alternative alla condizione umana,
ma è al contrario la risultante di questa condizione” e, come tale, si perpetua
nel pensiero umano.
Nell’arte di Zaza la fotografia non è
pura “testimonianza” di una realtà oggettiva, ma sempre “creazione” della
realtà. Dietro un “cuscino dai segni misteriosi”, l’immagine torna ad essere
profetica di un “trapasso” che va dal sogno a un’immaginazione inaspettata,
sempre nuova. L’artista, con le mani strette o a coprire il volto, mima gesti
magici, schiudendo l’intera visione alle “tracce” di un’esistenza sconosciuta,
ovvero al mistero.
Negli anni 2000 Zaza espone al Museo
Laboratorio d’Arte Contemporanea di Roma e al Musée d’Art Moderne et
Contemporain di Ginevra. Le sue opere sono presenti in diverse collezioni
pubbliche, tra cui: Fondation Emanuel Hoffmann, Öffentliche Kunstsammlung
(Basilea); Hamburger Bahnhof-Museum für Gegenwart (Berlino); Walker Art Center
(Minneapolis); Centre Georges Pompidou e Musée d’art moderne de la Ville de
Paris (Parigi); Staatsgalerie (Stoccarda); Museum of contemporary art
(Téhéran); Kunsthaus (Zurigo).
Apparizione cosmica Michele Zaza
18 dicembre 2010 – 15 gennaio 2011
inaugurazione 17 dicembre ore 19.00
Galleria Allegretti contemporanea
dal martedì al sabato ore 15.00 -19.00
Via San Francesco d’Assisi 14, 10122
Torino
tel +39 0115069646/fax +39 011
5538799
[email protected]
www.allegretticontemporanea.it
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]]>Minipersonali di
Angela Bauducco, Nadia Bellezza,
Domenico Beninati, Denis Convertini, Anna Maria Gianguzzo,
Carla Icardi, Roberto Maestri
e Rosanna Zalone.
4 dicembre – 20 dicembre 2009
Inaugurazione 3 dicembre h 18.00
Dal 4 al 20 dicembre 2009 gli spazi
della Mirafiori Galerie ospiteranno una mostra di pittura realizzata dagli
artisti che hanno frequentato i Corsi Cedas: OTTO AUTORI selezionati da Angelo
Mistrangelo e Gian Giorgio Massara.
Una raccolta di circa quaranta tele di
otto artisti torinesi che si sono avvicinati all’arte del dipingere grazie agli
insegnamenti della scuola di Sandro Lobalzo, Pippo Ciarlo e Alex Ognianoff.
In mostra si potranno ammirare tutti i
generi pittorici: dal paesaggio al ritratto, dal figurativo all’astratto.
Si inizierà con i paesaggi di Domenico Beninati, che diventano testimonianza del tempo che trascorre e del quotidiano, grazie al fare attento e preciso del incisore; per poi passare alle opere di Anna Maria Gianguzzo, delicate nei tratti e nelle velature di colore, e di Roberto Maestri che interpreta il genere del paesaggio come ensemble di vedute e di oggetti dal forte sapore evocativo.
Ben rappresentati sono i ritratti, con le opere di Angela Bauducco, realizzate con le più varie tecniche pittoriche e Nadia Bellezza, artista del Canavese, che ben interpreta le figure femminili dai profili definiti incorniciati da folte e scure capigliature.
Infine il figurativismo delle nature morte di Denis Convertini, dato dall’alternarsi di pieni e vuoti, di insetti e fiori, le nature morte di Rosanna Zalone, dai luminosi giochi di colori, per poi concludere con le opere di Carla Icardi, presente dal 2000 ai corsi di pittura Cedas, la pittrice propone nelle sue tele temi astratti: volti, case, alberi, mentre dipingere diventa occasione di libertà e mezzo per esprimere il proprio intimo.
La mostra vuol essere un’occasione per riscoprire l’opera d’arte intesa come “punto d’arrivo” di un percorso fatto di studi, di elaborati e di tecniche.
“Lo spazio, le immagini, il clima
pittorico degli artisti selezionati per questo appuntamento-mostre dei Cedas
rappresenta l’essenza di uno studio attento e in continua evoluzione. La scuola
di Sandro Lobalzo e Pippo Ciarlo ed Alex Ognianoff, costituisce un punto di
riferimento, un incontro con la realtà tecnico-espressiva, una possibilità di
arricchire il proprio bagaglio di conoscenza”
(Angelo Mistrangelo)
OTTO AUTORI
Minipersonali di
Angela Bauducco, Nadia Bellezza,
Domenico Beninati, Denis Convertini, Anna Maria Gianguzzo,
Carla Icardi, Roberto Maestri
e Rosanna Zalone.
4 dicembre – 20 dicembre 2009
Ianugurazione giovedì 3 dicembre ore 18.00
Mirafiori Galerie – Mirafiori Motor Village
Piazza Cattaneo 9, Torino
Dal lunedi al sabato: 9.00-19.30 orario continuato
Domenica 9.30-13.00 / 15.00-19.30
www.mirafiorimotorvillage.it
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]]>Arturo Casanova
a cura di Barbara Rose
Galleria Allegretti Contemporanea
sino al 4 dicembre 2010
Sino al 4 dicembre 2010 Arturo Casanova presenta alla Galleria Allegretti Contemporanea la sua antologica Sanctuary, curata da Barbara Rose. In mostra dipinti raffinati ed eleganti, sculture, una serie di disegni, alcuni studi a matita e a inchiostro per rilievi in marmo e due nuove installazioni site – specific.
Altra opera fondamentale che unisce i diversi temi della ricerca è il sepolcro di marmo che celebra il novantesimo anniversario della morte di Amedeo Modigliani: Casanova ha realizzato una scultura triangolare con inciso il nome del pittore e della moglie e intorno a questa ha creato 9 rilievi in marmo che presentano il tema ricorrente del labirinto.
Con le parole della curatrice Barbara Rose “Casanova appartiene alla generazione di artisti che ha eliminato le barriere tra le diverse discipline artistiche. Fin da giovane ha cominciato a concepire le sue opere come un’installazione e a lavorare non solo come pittore, ma anche come scultore, fotografo e video-artista”.
L’artista, “devoto” all’arte e
all’eleganza, ha voluto creare un luogo di contemplazione ridefinendo lo spazio
dell’esposizione come un santuario dove lo spirito può trovare ispirazione.
Mistica è l’esperienza di entrare nello spazio delimitato dalle opere di
Casanova: un’arte che pervade i sensi, un silenzio più eloquente di tante
parole; lavori che parlano direttamente all’anima, con quel linguaggio
rarefatto che spesso non è neppure percepito dalla ragione.
In occasione della mostra è stato pubblicato il volume Arturo Casanova: le porte mistiche. Opere scelte 1991-2011 edito dalla casa editrice spagnola Documenta Artes. Questa prima importante monografia, pubblicata in inglese e italiano, ripercorre tutta l’opera di Casanova con il saggio Sanctuary di Barbara Rose critica d’arte e l’intervento di Valeria Varas editrice e storica dell’arte.
SANCTUARY
Arturo Casanova
Galleria Allegretti Contemporanea
Sino al 4 dicembre 2010
dal martedì al sabato ore 15.00 -19.00
Via San Francesco d’Assisi 14, 10122
Torino
tel +39 0115069646/fax +39 011 5538799
[email protected]
www.allegretticontemporanea.it
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]]>Dal 4 al
19 dicembre 2010 gli spazi della Mirafiori Galerie ospiteranno una mostra di
pittura realizzata dagli artisti che hanno frequentato i Corsi Cedas: OTTO
AUTORI selezionati da Angelo Mistrangelo e Gian Giorgio Massara.
Una raccolta di tele di otto artisti
torinesi che si sono avvicinati all’arte del dipingere grazie agli insegnamenti
della scuola di Sandro Lobalzo, Pippo Ciarlo e Alex Ognianoff.
In mostra si potranno ammirare tutti i
generi pittorici: dal paesaggio al ritratto, dal figurativo all’astratto.
Gli aspetti della pittura figurativa si identificano con una serie di fogli d’acquarello e di alcuni pastelli, che documentano l’impegno di quattro pittori inseriti nella rassegna «Dall’astratto alla favola» allestita nella cornice della Mirafiori Galerie. Allievo di Pippo Ciarlo e Sandro Lobalzo ai corsi CEDAS, Giuseppe Arizzio propone una scelta di composizioni risolte con la tecnica del pastello, che gli permette di delineare rigorose strutture architettoniche di palazzi e centri storici, come i portici di Avigliana. Il suo discorso appare, quindi, legato a una personale visione dell’ambiente circostante. Un ambiente che in Franca Bisio è caratterizzato da una limpida interpretazione degli oggetti, dei mazzi di fiori, dei fondi che fanno risaltare l’insieme del tema scelto dalla pittrice per esprimere la propria dimensione umana. Un discorso, il suo, che parte dalla frequentazione dello studio di Guido Bertello, per poi giungere a una espressione improntata da una luminosa definizione della realtà. In Laura Covolo la rappresentazione è segnata dal tocco dell’acquarello che scandisce nello spazio una brocca o della frutta.
La sua pittura è sicuramente frutto di uno studio assiduo, di una seria capacità nel definire i momenti di una figurazione sensibile al valore della luce, di un’esperienza approfondita nell’atelier di Anna Maria Palumbo e di Sandro Lobalzo. Loretta Pasta, infine, presenta pagine dalla fresca vena narrativa, dove la leggerezza e la trasparenza del colore concorrono a fissare il soggetto della raffigurazione. Una bambola, i ricordi dell’infanzia, un Pierrot, raccontano la storia artistica di Pasta e quel suo ripercorrere gli istanti di una composizione nitida, piacevole, sensibile alla luce atmosferica.
Angelo Mistrangelo
Gli autori che abbiamo scelto di
presentare in occasione della mostra organizzata presso Mirafiori Motor
Village, sono legati al tema del paesaggio; un paesaggio ora interpretato in
modi ancor post-impressionistici, ora reale, con l’invenzione di Fiori d’
acciaio nel deserto, con vivaci timbri cromatici rapiti ai mondi extra
mediterranei. Per dovere di anzianità, poiché socio CEDAS dal 1977, ci piace
iniziare discorrendo di Giangiorgio Zacà, pittore che si forma
preso i maestri Ognianoff e Lobalzo e che s’incanta, nella terra dei Roeri, di
fronte al dominante castello di Monteu oppure cerca sulle rive del Sangone i
primi cenni della primavera. E squisitamente figurativa è la produzione
di Delfina Brunero, formatasi ancora alla scuola di Guido Bertello,
che dipinge Balme sotto la neve inserendosi così nel vasto quadro di oltre
quattrocento pittori del ventesimo secolo che sono stati attratti dalle
vedute delle valli di Lanzo; parimenti interessanti sono le vedute
dell’entroterra Ligure, Bardino, oppure una visione di Capri d’un accecante
bianco. Il mondo e la vita di Giuseppe Cerruti sono bilanciati
fra i soggiorni in tutta Europa e quelli in Africa oppure in Estremo Oriente;
di qui nascono certe sensibilità cromatiche destinate ad esplodere in una Notte
al porto dominata dalla bianchissima luna, nei Danzatori tribali ben giocati
fra la presenza dei rossi e dei neri, nella suggestiva immagine femminile
L’attesa. A Giorgio Viotto da alcuni anni dobbiamo
l’organizzazione puntuale di molti eventi CEDAS; ora, per la prima volta, vede
le proprie opere esposte in una mostra personale. Per i visitatori della mostra
sarà una scoperta entrare in modo lieve nel suo mondo fatto di visioni
essenziali, di inquietudini, ascoltare il canto delle Donne pazze, leggere la
parola “Amore” posta fra una torre ed il cadere lento delle gocce nello spazio
volutamente vuoto; surreale dunque. Molti critici, compreso il maestro Pippo
Ciarlo, si sono occupati della produzione di questi pittori ai quali auguriamo
un buon successo, poiché manifestano il desiderio di continuare la via, non
sempre agevole, del “fare pittura”.
Gian Giorgio Massara
Mirafiori Galerie – Mirafiori Motor
Village
Piazza Cattaneo, Torino
Ingresso libero
Dal lunedì al sabato: 9.00-19.30 orario continuato
Domenica 9.30-13.00 / 15.00-19.30
mirafiorimotorvillage.it
L'articolo DALL’ASTRATTO ALLA FAVOLA proviene da emanuelabernascone.com.
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]]>L’arte non conosce il buon gusto e il cattivo gusto;
non è né sensibile né insensibile: è angelica.
Fausto Melotti
La Galleria Repetto ospita sino all’11 dicembre 2010 la mostra FAUSTO MELOTTI L’angelo necessario, una grande retrospettiva che presenta al pubblico il genio di Melotti come artista completo e poliedrico, insieme scultore, pittore, ceramista e scrittore. 15 sculture, una ventina di opere su carta, una selezione di ceramiche realizzate nella metà degli anni ’50, 3 dipinti su gesso degli anni ‘70 , e, in catalogo, una selezione di suoi scritti .
La mostra racconta il senso più alto dell’arte di Melotti: le sue opere, liberate dal peso della materia e dalla monumentalità, diventano libero volo di piani trasparenti, di forme invisibili; un delicato trasfigurarsi di curve d’aria, di volumi di luce. Partendo da una scelta di suoi scritti, si è individuata la figura dell’Angelo come il simbolo dell’unione tra l’uomo e il Divino, la carne e lo spirito, la terra e il cielo. Tutta l’opera di Melotti, si può intendere come un processo creativo “ascensionale”, dove la liturgia della creazione si rivolge dal basso verso l’alto, dalla materia alla luce, dal peso alla leggerezza, dal visibile all’invisibile.
Fausto Melotti, uomo cristiano, artista credente, era convinto che la distanza “che separa l’uomo da Dio non può essere l’infinito. Altrimenti saremmo davvero bestie abbandonate.” Era persuaso, come ci testimonia tutta la sua mirabile opera, che quando “la maestria è al di là dei confini, l’evento naturale diventa sovrannaturale”, e l’enigma tempo-spazio si fa luce “al primo volo dell’anima.” Come Meister Eckhart, egli sapeva che “Quando Dio invia il suo angelo all’anima, essa inizia veramente a conoscere.” Ma quale conoscenza? La conoscenza dell’arte, secondo un procedimento opposto a quello convenzionale, discensionale, dall’idea alla cosa, dal pensiero all’oggetto.
In catalogo sarà presente un testo di Padre Enzo Bianchi, Priore del Monastero di Bose.
Cenni biografici
Fausto Melotti nasce a Rovereto nel 1901. Cugino di Carlo Belli, teorico italiano dell’astrattismo, Melotti è ingegnere: insieme a Fontana, a cavallo del 1930, frequenta i corsi di scultura di Adolfo Wildt all’Accademia di Brera. Nel 1935 rende esplicita la propria adesione al gruppo degli astrattisti milanesi partecipando alla prima mostra collettiva di arte astratta nello studio di Casorati e Paulucci a Torino ed esponendo alla Galleria del Milione sculture di ispirazione contrappuntistica. L’artista già dall’anteguerra spazia dall’astrazione geometrica alla scultura monumentale e tra i diversi materiali: gesso, ottone, rame, bronzo e acciaio. Della metà degli anni Quaranta è la serie dei Teatrini in terracotta colorata. Negli anni Sessanta, dopo un decennio di ceramiche e di pittura su carte e tele, si dedica a sculture in filo d’ottone, leggere e diafane, con frammenti di tessuto colorato o con qualche residuo di terracotta. Nel 1974 Adelphi pubblica Linee, raccolta di scritti e poesie dell’artista, cui seguirà nel 1978 Linee secondo quaderno. Sempre nel 1978 gli viene conferito il Premio Feltrinelli per la scultura. Nel 1979 a Palazzo Reale a Milano è presentata un’antologica. Nel 1983 espone alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nel 1985 a Venezia alle Gallerie dell’Accademia, mentre nel 1986 una rassegna del suo lavoro è alla Biennale della città lagunare. Si susseguono poi le mostre personali e collettive in Italia e all’estero, sarà presente anche a New York, Londra, Zurigo, Vienna, Francoforte, Monaco e Parigi al Centre George Pompidou all’interno dell’importante esposizione internazionale dal titolo “Qu’est ce-que la sculpture moderne?. Muore a Milano nel 1986.
FAUSTO MELOTTI L’angelo necessario
sino all’ 11 dicembre 2010
tutti i giorni 9.30 -12.30 / 15.30-19.30
domenica su appuntamento
Galleria Repetto, via Amendola 21/23
15011 Acqui Terme (AL)
tel/fax +39 0144 325318
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]]>L'articolo L’ESSENZA AL FEMMINILE proviene da emanuelabernascone.com.
]]>Roberto Piaia
Promotrice delle Belle Arti, Torino
20 novembre 2010 – 16 gennaio 2011
“…..hai rampicanti e stelle nei
tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla come l’estate
in una chiesa d’oro….” Pablo Neruda
Dal 20 novembre al 31 dicembre Roberto Piaia sarà presente alla Palazzina della Promotrice delle Belle Arti con una corposa antologica dal titolo L’ESSENZA AL FEMMINILE, più di 160 opere tra olii, disegni e sculture. Mai titolo fu più azzeccato, infatti ciò che trasuda da ogni lavoro di Piaia è una femminilità che interpreta il mondo e le emozioni, uno sguardo che spazia dalla storia all’attualità, che rilegge i classici e la religione, uno sguardo di vita.
Piaia è un artista eclettico, in continua
evoluzione, che si muove con disinvoltura tra l’astratto, il surreale e
l’iperrealismo; per cercare di “spiegare” la propria cangiante
espressione artistica ha addirittura coniato il termine Assurfivo, ove AS sta
per Astratto, SUR per Surreale, FIVO per Figurativo. È un pittore che si stacca
nettamente dai tempi odierni, dominati dalla fretta di risultati veloci ma
spesso effimeri. E’ sua abitudine dipingere “come una volta…” .
Piaia ha elaborato alcune sue tele anche per anni, fino ad averne un archetipo
chiaro e netto nella mente e solo a tal punto è passato all’esecuzione: dallo
schizzo a matita fino a lavorare l’olio, sfumandone i colori direttamente sulla
tela.
La maestria espressiva dell’autore è anche
il frutto della sua più che decennale esperienza di restauro di opere antiche,
sicura scuola di conoscenza delle tecniche più raffinate nonché di certosina
pazienza. Proprio da questi suoi trascorsi derivano gli innumerevoli e
minuziosi particolari che arricchiscono molte delle sue opere, richiamando la
pittura degli artisti Fiamminghi. Vetri, stoffe, oggetti e volti rappresentati
con precisione iperrealista e talvolta sconvolgente sono l’effetto della
profondità del dipinto, creata dai colpi di colore in chiaroscuro. Si generano
così precise sensazioni come l’impressione di poter “prendere” con
mano il bicchiere dalla tela o che sia vera la stoffa per l’incredibile
realismo dei suoi volumi, mentre spesso gli occhi dei ritratti paiono prender
vita e seguono l’osservatore da qualsiasi angolazione.
La mostra si apre con un inedito
autoritratto: composto da 45 donne-modelle, il viso di Piaia diviene, con le
parole del curatore Angelo Mistrangelo, “…un mosaico di sensazioni, di
sottili volumi, di una mappa che sottolinea la misura pittorica dell’artista
trevigiano. Il suo studio appare come un luogo della memoria, di indagine sul
“femminile”, di una straordinaria stagione che va dal dinamismo del
futurismo boccioniano, alla Pop Art di Andy Warhol, in una sorta di narrazione
coinvolgente e trasparente, nitida e permeata dalla luce atmosferica che
percorre realistici profili.”
E i corpi di donna interpretano tutti i
temi cari a Piaia, con un dichiarato intento esibizionista, le modelle operano
una “drammatizzazione” del gesto, che caratterizza tutte serie
pittoriche: dal Ciclo dei 12 mesi, agli Interni, dai 7 Peccati Capitali, a
Dante al femminile.
L’artista si muove in un mondo abitato da
sole donne, figure femminili che padroneggiano la luce e i colori, figure
perfette dalle proporzioni antiche che esaltano però un’iconografia non immune
dalle suggestioni della fotografia e della grafica pubblicitaria, senza trascurare
le immagini internet e i frames da video.
L’essenza femminile di Piaia è il sunto di
ciò che di meglio i secoli hanno prodotto: le sue donne sono dee greche, sono
sciolte figure rinascimentali ed eroine romantiche ma anche donne attuali dalla
prorompente fisicità e sensualità. Sono custodi di una bellezza di
“dostoevskiana” memoria, la bellezza che, forse, salverà il mondo.
Catalogo Giorgio Mondadori Editore
L’ESSENZA AL FEMMINILE
20 novembre – 31 dicembre 2010
anteprima per la stampa 19 novembre, ore 11.00
Inaugurazione 19 novembre, ore 18.30
Promotrice delle Belle Arti
Viale Diego Balsamo Crivelli 11, Torino
tutti i giorni 10.00-12.30 e 16.00-19.30 festivi 10.00-12.00 lunedì chiuso
Ingresso libero
Per informazioni: 011 6692545 [email protected] 3392064275
www.robertopiaia.com
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]]>FONDAZIONE 107
6 novembre – 21 novembre 2010
Inaugurazione venerdì 5 novembre 2010 ore 18.00
La Fondazione 107 ospiterà dal 6 al 21 novembre la prima mostra scaturita dal progetto Torino – Anversa: andata e ritorno ideato e realizzato dall’Associazione culturale ARTECO in collaborazione con Arti-Mista, Coalface e vincitore del bando “Gioventù Esplosiva” promosso dalla Città di Torino, dal Ministero della Gioventù e dalla Regione Piemonte e coordinato dalla Città di Torino – Divisione Gioventù – Settore Politiche Giovanili.
Torino – Anversa: andata e ritorno
è un progetto per valorizzare le nuove generazioni attive in ambito artistico e
riconsiderare il ruolo dell’ artista come elemento di innovazione, favorendo la
sua mobilità e promuovendo il dialogo costante e la cooperazione. L’occasione è
il passaggio di consegna tra European Youth Capital, Torino nel 2010 e Anversa
nel 2011. Il titolo della mostra “Terre di immigrati ed emigranti” è il tema
attorno al quale si svilupperà la riflessione degli artisti selezionati in
Italia e in Belgio. La prima settimana di ottobre verranno comunicati i
nominativi dei vincitori del bando promosso da ARTECO.
L’incontro di giovani artisti
provenienti da realtà e culture diverse e la commistione delle diverse
espressioni artistiche – visual art, fotografia, pittura, scultura, musica,
danza e fashion design – daranno vita alla fase più vivida dell’intero
progetto: la presentazione dei lavori degli artisti selezionati in due mostre
espositive internazionali prima a Torino dal 5 novembre 2010 alla Fondazione
107 e poi ad Anversa tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011.
TORINO – ANVERSA: ANDATA E RITORNO
6 novembre – 21 novembre 2010
Inaugurazione 5 novembre ore 18.00
Fondazione 107, Via Sansovino 234 Torino
da martedì a domenica 14.00 – 20.00, la
mattina su appuntamento
Apertura straordinaria lunedì 8 novembre
2010
Ingresso 5 euro – 3 euro ridotto (dai 13
ai 18 e over 65)
Ingresso gratuito sino ai 12 anni e per
i possessori di Abbonamento Musei Piemonte
Per informazioni:
Associazione Arteco, Referente Fabio
Cafagna, cell. +39 338 69 33 550
Ufficio Stampa Arteco: Marianna Celsi,
cell. +39 338 75 09 784
[email protected]
[email protected]
FONDAZIONE 107
tel 011 4544474
www.fondazione107.it
[email protected]
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]]>Luci d’Artista
4 novembre 2010 – 16 gennaio 2010
inaugurazione 3 novembre ore 20.00
Palazzo Bertalazone di San Fermo
Una nuova e sorprendente opera entra quest’anno a far parte di Luci d’Artista: Cristallizzazione sospesa di Carlo Bernardini illuminerà il cortile del seicentesco Palazzo Bertalazone, trasformando lo spazio da contenitore dell’opera a forma aperta e “permeabile”.
Il progetto di luce di Carlo Bernardini è
teso a trasformare la percezione del luogo, inglobando in un illusorio
volume il vuoto degli spazi aerei tra i complessi architettonici.
Le sue installazioni sperimentali cambiano
la percezione modificando le coordinate visive all’ambiente reale; si
possono osservare come forme triangolari o romboidali tipiche di un
espressionismo libero dello spazio con cui Bernardini opera, disegnando in
negativo linee di luce nell’ambiente buio così come su un foglio scuro.
Il vuoto nella massa plastica dell’opera,
privilegia la trasparenza della forma sul paesaggio chiamato così ad essere
visivamente parte integrante del volume stesso.
Questa grande installazione spaziale in
fibra ottica, progettata appositamente per “Luci d’Artista” a Torino, é
strutturata come una concatenazione di più installazioni in cui l’una inizia
esattamente dove l’altra finisce.
CARLO BERNARDINI è nato a Viterbo nel
1966. Vive e lavora a Roma e a Milano. Nel 1997 ha pubblicato il saggio teorico
sulla “Divisione dell’unità visiva” edito da Stampa Alternativa.
Opera con la fibra ottica dal 1996. Ha vinto per 2 volte nel 2000 e nel 2005 il
premio “Overseas Grantee” della Pollock Krasner Foundation di New
York e nel 2002 il premio Targetti Art Light Collection “White Sculpture”.
Attualmente insegna Installazioni Multimediali presso l’Accademia di Belle Arti
di Brera a Milano. L’attenzione di Carlo Bernardini è rivolta al rapporto
dialettico tra la linea e il monocromo, quali momenti diversificati della
concezione raffigurativa spazio-luce. Il meticoloso percorso di astrazione è
una graduale ricerca sull’elemento della linea per conquistarne l’essenza,
quasi un voler tracciare l’invisibile. La sua ricerca visiva s’incentra oggi
sul concetto di trasformazione percettiva dello spazio attraverso opere tese
fra dimensione scultorea ed installativa. Le installazioni ambientali,
realizzate con fibre ottiche e superfici elettro-luminescenti creano uno spazio
di luce architettonico mentale, incorporeo ma visibile, che cambia totalmente
la funzione e la struttura dell’ambiente reale. La luce crea un disegno nello
spazio, un disegno che cambia secondo i punti di vista e secondo gli
spostamenti dello spettatore, che si trova a vivere dentro l’opera. Ha
realizzato installazioni e sculture pubbliche permanenti in acciaio inox e
fibre ottiche in diverse città italiane, a Reggio Emilia ai Chiostri di
S.Domenico in occasione della mostra “2000 Anni Luce”, a Padova nel
2000 in via Fiume ad angolo con il Palazzo della Ragione per “Accordi di
Luce”, ad Ancona nel 2001 in Piazza Cavour per “Luci di Ancona” e ancora
nel 2003 le grandi sculture presentate temporaneamente a Roma in Piazza del
Campidoglio per il Semestre di presidenza italiana nell’Unione Europea. Nel
2008 realizza “Light Waves” opera permanente presso l’Aeroporto di Brindisi, le
grandi installazioni ambientali in fibre ottiche in esterno come a Valencia
alla Ciudad De Las Artes Y Las Ciencias, e al Museo d’arte contemporanea di Lissone
(MI). Nel 2009 ha installato “Codice Spaziale” nella Piazza Santo Stefano a
Bologna per Art First 2009, la grande scultura permanente per il progetto
“Twister” dei Musei della Lombardia al MAM di Gazoldo degli Ippoliti,
“Permeable Space” al D.U.M.B.O, New York, “La luce che genera lo Spazio”, al
Palazzo Litta di Milano. Nel 2010 ha realizzato un’opera permanente per il
Musma a Matera; sempre del 2010 sono le grandi installazioni al NIMk di
Amsterdam, alla Spuiplein a The Hague – L’Aia, al Domaquarée di Berlino per
l’ArtLight Berlin, e a Milano, dove realizza “Campo organico di luce”, per la
mostra sulla Scultura italiana del XXI secolo alla Fondazione Arnaldo Pomodoro.
CRISTALLIZZAZIONE SOSPESA
Carlo Bernardini
Palazzo Bertalazone di San Fermo
4 novembre 2010 – 16 gennaio 2011
inaugurazione 3 novembre ore 20.00
dal martedì al sabato ore 15.00 -19.00
Via San Francesco d’Assisi 14, 10122 Torino
tel +39 0115069646/fax +39 011 5538799
[email protected]
www.palazzobertalazone.com
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]]>Mirafiori Motor Village
Piazza Cattaneo, Torino
29 ottobre – 28 novembre 2010
Inaugurazione giovedì 28 ottobre ore 18.00
La Mirafiori Galerie di Torino ospita
dal 29 ottobre al 28 novembre un’esplosione di colore ed energia con la
personale di Enrico De Carlo dal titolo “NWOISB” – New Wave of
Italian Spaghetti Bomb.
Le pareti della galleria del Mirafiori Motor Village si animano grazie ai
divertenti e coloratissimi personaggi che vivono nelle opere di De Carlo.
Enrico De Carlo nasce a Torino nel 1975, frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia Albertina di Belle Arti, si dedica da subito alla studio delle nuove tecnologie della grafica. Nel 1999 entra a far parte dello Studio Nespolo di Torino come grafico/illustratore e contemporaneamente coltiva un suo stile attraverso il progetto artistico Spaghetti Bomb, un progetto che fonde arte, pubblicità e grafica.
Inizia da subito ad esporre a Torino, Ferrara, Firenze e durante il Festival Metarock di Pisa realizza una performance dal vivo per i concerti di Prodigy e Asian Dub Foundation.
Nella mostra “NWOISB” – New Wave of Italian Spaghetti Bomb, sono esposte parte delle opere realizzate per il progetto Spaghetti Bomb. Sono circa 30 soggetti, dipinti con colori ad acrilico, bombolette spray, smalti e makers, distesi sulle superfici più disparate, tra cui anche una poltrona nel ruolo di “trono”, una sedia in stile Barocco decorata con personaggi fantastici, mostri e fantasmi incoronati al posto dei consueti Principi: il surrealismo del ventunesimo secolo incontra il passato.
L’artista “cattura” i suoi
soggetti dalla vita quotidiana per mescolarli, come lui stesso dichiara, ai
personaggi dei Cartoon Network, al mondo cinematografico di Tim Burton, alla
fantascienza, alla moda, allo skateboarding o ancora alla fotografia bondage.
Le opere di De Carlo divertono il pubblico: buffi alieni realizzati con colori
violenti, fluorescenti e a volte accecanti, in un “frullato” di
differenti linguaggi.
“NWOISB” – New Wave of Italian
Spaghetti Bomb
Enrico De Carlo
29 ottobre – 28 novembre 2010
Inaugurazione giovedì 28 ottobre ore 18.00
Mirafiori Galerie – Mirafiori Motor Village
Piazza Cattaneo, Torino
Ingresso libero
Dal lunedì al sabato: 9.00-19.30 orario continuato
Domenica 9.30-13.00 / 15.00-19.30
mirafiorimotorvillage.it
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